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3 aprile 1926 – Nasce l’Opera Nazionale Balilla

Indro Montanelli scrisse in un pezzo uscito sul Corriere della Sera nel 1996 “Sono stato fascista, come tutte le persone della mia generazione…non perdo occasione per ricordarlo, ma neanche di ripetere che non chiedo scusa a nessuno”.

Ecco, se Montanelli ha ragione, molti nostri padri o nonni o bisnonni sono stati fascisti o hanno forzosamente fatto parte del sistema da questo creato.

Proprio oggi, nel 1926, la legge n. 2247 approvata dalla Camera dei Deputati e dal Senato, istituiva “L’Opera Nazionale Balilla – Ente Morale per l’Assistenza e per l’Educazione Fisica e Morale della Gioventù”. La denominazione fu ispirata alla figura di Giovan Battista Perasso, detto appunto “Balilla”, un giovane di Genova che secondo la tradizione avrebbe dato inizio alla rivolta contro gli occupanti austriaci nel 1746, l’immagine di patriota perfetta che Mussolini poteva sfruttare.

Gli storici si dividono tra quelli che ritengono si trattò del tentativo di militarizzare un intero popolo e quelli che invece vi leggono il tentativo di dare un educazione obbligatoria e assistita a tutti i giovani nati in un paese che registrava un tasso di alfabetizzazione pressoché vicino allo zero.

Comunque dovesse essere stato, i bambini dagli 8 ai 14 anni ne facevano parte. Tutti recitavano “la preghiera del balilla” o quella delle “piccole italiane”. Tutti frequentavano i campi sportivi, le case di accoglienza (le famose case dell’ONB) e le colonie per ragazzi che si moltiplicavano attraverso i cosiddetti “campi dux”.

Tutti vestirono la divisa, tutti furono balilla, avanguardisti o piccole italiane.

Giampaolo Pansa ricorda così quei giorni “Nell’estate del 1943 (…)i miei genitori decisero di mandarmi alla colonia montana. Le giornate si aprivano con l’alza bandiera e le preghiera del Balilla, recitata a turno da uno dei ragazzini: “Signore, benedici il Duce nostro nella grande fatica che Egli compie. E poiché l’hai donato all’Italia, fallo vivere a lungo per la Patria e fa’ che tutti siano degni di lui”.

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