13 aprile 1921 – Nasce Raimondo Ricci
Raimondo Ricci è stato avvocato e partigiano. Figlio di un magistrato, aveva iniziato gli studi alla Normale di Pisa. A diciotto anni però era entrato in contatto con l’organizzazione comunista clandestina e, dopo l’armistizio del 1943, abbandonò l’università per la lotta partigiana. A fine dicembre dello stesso anno Ricci fu arrestato dalla Guardia Nazionale Repubblicana insieme a sua sorella, cui aveva dato appuntamento alla stazione ferroviaria di Imperia Porto Maurizio, dove in quei mesi si era ritirato.
Mentre la sorella venne rilasciata dopo pochi giorni, Ricci fu trattenuto ad Imperia per due mesi, durante i quali venne ripetutamente sottoposto a pesanti interrogatori. Consegnato alla Gestapo, Ricci fu imprigionato a Savona e poi a Genova, finché i tedeschi, dopo averlo trasferito nel campo di concentramento di Fossoli, lo deportarono, nel giugno 1944, nel lager di Mauthausen. Vi restò fino alla fine della guerra.
Tornato in Italia e conseguita la laurea in Giurisprudenza, Ricci cominciò a praticare la professione a Genova, ricoprendo al tempo stesso l’incarico di consigliere comunale. Presidente provinciale, dal 1969, dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, nel 1976 venne eletto parlamentare per il PCI, incarico poi confermato negli anni successivi. Dal 2009 al 2011 Raimondo Ricci rivestì anche la carica di Presidente Nazionale dell’ANPI.
Chi l’ha conosciuto l’ha definito un maestro di democrazia e di libertà. Difensore e testimone di valori che ha sempre voluto insegnare ai giovani, l’antifascismo, la Resistenza, la Costituzione e l’importanza della vita democratica all’interno delle sue istituzioni pubbliche.