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18 Dicembre 1865 – Stati Uniti: abolizione della schiavitù con l’approvazione del XIII emendamento

By Redazione

December 18, 2020

I primi dodici emendamenti furono adottati entro i primi 15 anni dall’approvazione della Costituzione. I primi 10, noti sotto il nome di Dichiarazione dei Diritti (su cui la massima del 15 Dicembre), furono approvati nel 1791, l’XI emendamento (che chiarifica il potere giudiziario sui cittadini stranieri e limita la capacità dei cittadini di citare in giudizio gli stati) nel 1795 e il XII emendamento (che cambiò il metodo delle elezioni presidenziali) nel 1804. Quando fu proposto il XIII, quindi, non erano più stati approvati emendamenti da circa sessant’anni.

Il XIII emendamento segnò una svolta radicale nelle idee politiche: durante le crisi della secessione, prima dello scoppio della Guerra Civile, la maggioranza delle leggi approvate dal Congresso aveva, infatti, protetto la schiavitù, sebbene vi fossero state anche alcune proposte per abolirla. Fra queste ultime si ricorda quella di John Quincy Adams, allora deputato alla Camera dei Rappresentanti, che l’avanzò nel 1839. Il 14 dicembre 1863, James Mitchell Ashley (repubblicano, Ohio) presentò una proposta a sostegno di un emendamento che abolisse la schiavitù in tutti gli Stati Uniti; a questa fece immediatamente eco una proposta simile fatta dal rappresentante James Falconer Wilson, (repubblicano, Iowa).

Il Congresso e l’opinione pubblica avevano iniziato a prendere coscienza del problema e, per questo, immediatamente dopo le precedenti furono avanzate una serie di proposte legislative. Il senatore John Brooks Henderson del Missouri propose una risoluzione congiunta per un emendamento costituzionale volto ad abolire la schiavitù l’11 gennaio 1864. L’abolizione della schiavitù era, storicamente, un tema associato ai repubblicani, tuttavia Henderson era democratico. La commissione del senato per gli affari giudiziari, presieduta da Lyman Trumbull (repubblicano, Illinois), fu coinvolta nel processo per proporre una versione unificata delle differenti proposte. Un altro repubblicano, il senatore Charles Sumner (Repubblicano radicale, Massachusetts), propose un emendamento per abolire la schiavitù e per garantire l’uguaglianza l’8 febbraio dello stesso anno.

Mentre il numero delle proposte e l’estensione della loro portata continuava a crescere, la commissione sottopose al Senato un emendamento che riuniva le proposte di Ashley, Wilson e Henderson.

Il Senato approvò l’emendamento l’8 aprile 1864, con 38 voti a favore e 6 contrari. Dato che l’emendamento fu proposto prima che gli stati sudisti fossero stati pienamente reintegrati nell’unione dopo la Guerra di Secessione, si prevedeva una sua rapida approvazione da parte del Congresso. Tuttavia, mentre al Senato l’approvazione fu immediata, la Camera dei Rappresentanti inizialmente lo respinse. Fu solo dopo che James Mitchell Ashley lo ebbe riproposto, che lo stesso presidente Lincoln prese l’iniziativa per assicurarne il passaggio alla Camera, assicurandosi che l’approvazione dell’emendamento fosse aggiunta al programma elettorale repubblicano per le successive elezioni presidenziali. I suoi sforzi vennero ricompensati quando la Camera approvò la proposta nel gennaio 1865 con 119 voti a favore, 56 contrari ed 8 astenuti, quindi con appena 2 voti di scarto sul minimo di 2/3 di voti favorevoli necessari per emendare la Costituzione. A proposito del convinto sostegno della presidenza all’emendamento si può notare, osservando il testo originale dell’emendamento, che questo, contrariamente alla prassi, reca anche la firma del presidente, sotto quelle dei presidenti di Camera e Senato. La proposta fu quindi inviata agli stati per la ratifica e, una volta completato il processo, il Segretario di Stato William H. Seward formalizzò l’avvenuta ratifica il 18 dicembre 1865.

Il tredicesimo emendamento fu infatti inviato per la ratifica ai 36 stati allora esistenti dal 38º Congresso degli Stati Uniti il 31 gennaio 1865, ed entrò in vigore dopo la ratifica di 27 stati. L’entrata in vigore fu dichiarata il 18 dicembre, 1865. La sua più recente ratifica, tuttavia, avvenne nel 1995 in Mississippi, che è stato l’ultimo dei 36 stati che esistevano all’epoca della proposta a ratificarlo.

Il tredicesimo emendamento completò la legislazione per l’abolizione della schiavitù, che era cominciata con il Proclama di Emancipazione, firmato nel 1863. Approssimativamente su tutto il territorio statunitense rimanevano, all’epoca dell’entrata in vigore del nuovo testo, circa 40 000 schiavi, tutti concentrati in Kentucky, che furono quindi liberati.