Alcune città, Milano sopra tutte, sono state negli ultimi tempi letteralmente inondate di piste ciclabili (alcune realizzate in modo – eufemisticamente – approssimativo) sulle quali sfrecciano, oltre ai classici velocipedi, anche monopattini, hoverboard, monocicli, skateboard, pattini.
E di questi inusuali mezzi di trasporto ce ne sono continuamente di nuovi, sempre più performanti.
Ma il gusto dell’umanità per la mobilità agile, e anche sostenibile, è tutt’altro che recente; e ciò è testimoniato anche dalla letteratura brevettuale in merito.
Infatti, i brevetti sono un po’ lo specchio tecnologico (ma anche, talvolta, dei vizi e dei vezzi) delle epoche.
E così, proprio un secolo fa, il 1° giugno 1921, venne depositato negli Stati Uniti d’America un curioso brevetto attinente proprio a un prodotto per la smart mobility.
Si tratta del brevetto statunitense n. 1,437,314, concesso il 28 novembre 1922, inerente a pattini a rotelle, e il cui inventore era un signore danese di nome John J. Jorgensen.
Evidentemente, già allora i popoli nordeuropei mostravano particolare attenzione e sensibilità per i temi della mobilità agile e sostenibile.

Più in dettaglio, l’invenzione del signor Jorgensen ha innanzitutto per oggetto mezzi mediante i quali la pressione verso il basso esercitata dal piede sul pattino determina un movimento rotatorio positivo impartito al mandrino sul quale sono montate le ruote posteriori del pattino medesimo in modo che, a seguito di tale pressione, esercitata in modo intermittente, il pattino venga spinto in avanti.
Il trovato prevede anche un sistema migliorato di connessione tra il mandrino della ruota posteriore del pattino e l’ingranaggio della piastra del tallone in modo tale che la spinta del pattino possa essere ottenuta nel modo quanto più efficace possibile e che, quindi, il movimento verso l’alto della piastra comporti un immediato disimpegno dell’ingranaggio per il suo successivo re-impegno e attuazione.
In buona sostanza, una volta calzati i pattini, il fortunato pattinatore deve solo premere il tacco delle scarpe sull’apposita piastra e verso il basso, e il raffinato, ma essenziale, meccanismo del pattino ne produce il fluido movimento in avanti, consentendo una pattinata semplice e praticamente senza sforzo.
Chissà se questo prodotto venne poi effettivamente realizzato e commercializzato; avremmo potuto già cent’anni fa vedere persone soddisfatte sfrecciare sulle strade “a bordo” di questi mezzi di smart mobility, come oggi vediamo i molti che usano questo tipo di veicoli quotidianamente.
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