Responsabile, agg. e s.m.
Ogni epoca storica ha i suoi protagonisti. Personaggi reali che emergono dalla platea di common menper genialità, coraggio, gesta – patrimonio. Ma anche personaggi frutto della fantasia di un autore, mitologici eroi che incarnano un pantheon contemporaneo di divinità perdute e, per lo più, decadute.
“Ai tempi del Covid” ne abbiamo vissuti diversi. Dal pipistrello (che non è Batman) al Paziente 0, dai runners ai balconi, dai lanciafiamme ai congiunti, fino agli ultimi in ordine cronologico. Parliamo di loro. I responsabili.
Un lemma solo in apparenza di chiaro e semplice significato, ampiamente utilizzato in ambito giuridico, dai Data Protection Officer e dai genitori quando devono redarguirti per qualcosa, qualsiasi essa sia.
Il percorso verso la definizione del concetto di responsabilità fu altresì complesso.
Già a partire dal periodo Classico si avvertì l’esigenza di tratteggiare i limiti specifici dell’azione umana, correlati al tema della responsabilità. Aristotele, antesignano della teorizzazione in oggetto, riteneva che le conseguenze del nostro agire fossero subordinate all’agire in sé: in bilico tra essere responsabili, ed essere causa. Il tutto però avviene sotto il regime della volontarietà: ed è qui che già entrò in gioco il concetto di “libero arbitrio” ma più in chiave politica e “polis-centrico” che, come vedremo, secondo i dettami religiosi dei secoli successivi.
Non vi erano comunque termini specifici per designare responsabile e responsabilità, né in greco, né in latino, ma ben presto con l’avvento di ebraismo e cristianesimo, si ebbe la svolta.
Ora l’uomo è di fronte a Dio, e in questo rapporto si incastona il tema di “libero arbitrio” riassumibile con l’adagio: “chi ti ama, ti lascia libero” (cose da dèi, appunto). Amando l’uomo, Dio lo lascia libero di scegliere, e questa relazione è “responsiva”: rispondi alla chiamata, Uomo, e avrai la salvezza.
In età moderna e contemporanea, ovviamente, il tutto verrà complicato ulteriormente: non solo politica, religione, ma anche etica, in cui l’aspetto collettivo imprescindibile dell’individuo, lo farà scontrare con quello della società in cui è inscritto.
Ci viene in aiuto Benedetto Croce in uno dei suoi Frammenti di Etica, dedicato alla responsabilità, dove ritroviamo il concetto di etica e di politica:
Non si è responsabili, ma si è fatti responsabili, e che ci fa responsabili è la società, che impone certi tipi di azione
Ma facciamo un passo indietro e ritorniamo al tema del “rispondere” ebraico e cristiano, perché è da qui che parte tutto.
Responsabile, come responsabilità,deriva infatti dal tema RESPONS-, proprio di RESPONDERE e quindi di RESPONDEO, “rispondere”.
È ovviamente un composto: dalla particella RE-, “ancora” (Proto Indo Europeo *ure) e SPONDEO, dal Proto Indo Europeo *spondéyeti, da *spend–, “eseguire un rito, fare un’offerta”.
Quindi, riassumendo e osservando l’evoluzione del termine anche in relazione al significato in cui si è sviluppato sulla base del rapporto uomo-Dio, ecco che abbiamo il prototipo del responsabile: colui che non solo risponde, ma anche perpetua la propria libagione verso una certa etica, legge, politica.
Il termine pur essendo di derivazione latina, entrò nell’uso volgare (dell’italiano volgare, non pensiamo male) molto probabilmente su importazione francese e feudale: responsable infatti fu in antico francese il sostantivo antentato dell’italico responsabile. L’utilizzo risale appunto al periodo del feudalesimo, quando il responsableera colui che, vita natural durante, avrebbe dovuto corrispondere al proprio seigneur una somma per l’affitto di un feudo ecclesiastico.
Come abbiamo visto proprio per feudo, questo termine entrò in Italia insieme a molti altri lemmi antico-francesi di ambito giuridico per rimanerci.
Da lì ai nostri codici preunitari e post-unitari il passo fu breve, e il responsabile assunse col tempo le diverse sfaccettature che riconosciamo ancora oggi:
Nel diritto penale
È la persona che, ai sensi dell’art. 185 c.p. e secondo le norme civilistiche, è tenuta a rispondere civilmente, in luogo dell’imputato, del danno cagionato da un illecito penale (ad es. i genitori per i figli minorenni). Il responsabile è una parte solo eventuale del procedimento penale, perché la sua partecipazione non è essenziale come quella dell’imputato.
La posizione del responsabile è inoltre accessoria a quella dell’imputato e della parte civile; non può esistere prima che quest’ultima si costituisca, né può persistere dopo l’uscita dal processo della parte civile. Infatti, il responsabile è il soggetto passivo della pretesa sostanziale azionata dalla parte civile, sicché senza questa pretesa non può aversi citazione (vocatio in judicium), né intervento volontario del responsabile.
Allorché la parte civile esca dalla scena processuale, anche il responsabile, non ha più ragioni per restarvi, per cui la sua citazione e il suo intervento perdono efficacia.
L’iniziativa della citazione del responsabile spetta alla parte civile ed, eccezionalmente al P.M. (art. 77 c.p.p.).
Nel diritto tributario
Persona, diversa dal soggetto passivo, che la legge tributaria, in alcuni casi, dichiara obbligata al pagamento del tributo o anche all’adempimento di altri doveri fiscali.
Egli è colui che in forza di disposizioni di legge è obbligato al pagamento dell’imposta insieme con altri, per fatti e situazioni esclusivamente riferibili a questi.
Il fondamento di tale obbligazione deriva, come per l’obbligazione principale, direttamente dalla legge.
Nel diritto amministrativo
L’art. 4 L. 241/1990 sancisce l’obbligo delle pubbliche amministrazioni di determinare per ciascun tipo di procedimento l’unità organizzativa responsabile dell’istruttoria e di ogni altro adempimento procedimentale, nonché dell’adozione del provvedimento finale, determinazione che va resa pubblica secondo quanto previsto dai singoli ordinamenti.
In merito alla competenza del responsabile di adottare il provvedimento finale, la L. 11-2-2005, n. 15, di modifica e di integrazione della L. 241/1990, ha precisato che nelle ipotesi in cui l’organo competente per l’adozione del provvedimento finale sia diverso dal responsabile, esso non può discostarsi dalle risultanze dell’istruttoria condotta dal responsabile, se non indicandone la motivazione nel provvedimento finale.
In ossequio al principio di trasparenza, l’art. 5, ultimo comma, obbliga la P.A. a comunicare l’unità organizzativa e il nominativo del responsabile, ai soggetti nei cui confronti il provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti, a quelli che per legge debbono intervenire nel procedimento e, su richiesta, a chiunque vi abbia interesse.
E, nel oggidì aggiungeremmo: è colui che ha in mano le chiavi della maggioranza di governo: non ci resta quindi che riporre la speranza dell’etimologia escatologica.
Bibliografia
Responsabile, in GDLI, UTET (accessibile online).
Responsabile, in Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana, Milano, Sonzogno.
Respondeo, in Charlton T. Lewis, An Elementary Latin Dictionary, New York: Harper & Brothers, 1891.
2 respondere, (par les Bénédictins de St. Maur, 1733–1736), dans du Cange, et al., Glossarium mediae et infimae latinitatis, éd. augm., Niort : L. Favre, 1883‑1887, t. 7, col. 149c. http://ducange.enc.sorbonne.fr/RESPONDERE2.
Response, in Godefroy, Frédéric, Dictionnaire de l’ancienne langue française et de tous ses dialectes du IXe au XVe siècle, Paris, Vieweg, 1881.
Tibaldeo, Roberto Franzini, Responsabilità (accessibile su eticapubblica,it).
Responsabile, in Dizionario Giuridico, a c. di Federico Del Giudice, Napoli, Ed. Simone, 2014.
Image credits: Marco Fantini, Suis pas responsable, 2010 (sito di provenienza).