Pubblichiamo il testo del verbale delle dichiarazioni rese da Franz Xaver Ziereis, il comandante nazista a Mauthausen, rese tra il 23 e il 24 maggio 1945. Il verbale fu pubblicato per la prima volta in italiano nel settembre 1945 dal Corriere della Sera. Ziereis era già morto, il giorno successivo all’interrogatorio.
Il 23 maggio 1945, alle 18, mentre fuggivo fui ferito, da soldati americani, al braccio sinistro e alla pleura.
Mi chiamo Franz Ziereis e sono nato il 13 agosto 1903. Ero comandante del campo di concentramento di Mauthausen e di quello adiacente, che dipendeva dal primo.
Alla fine del conflitto, per ordine del ministro del Reich, Himmler, e del comandante di gruppo delle SS, dottor Kaltenbrunner, il mio compito era di uccidere tutti i prigionieri: si trattava di farli affluire in profonde ridotte, che sarebbero successivamente state fatte saltare in aria dopo averne murato le vie di accesso. Mi sono rifiutato di eseguire quest’ordine. In questa strage dovevano venir compresi i prigionieri dell’accampamento sussidiario di Gusen, 1 e 2.
L’auto della morte
Nel campo di Mauthausen, sotto la direzione del medico addetto, capo delle SS, dottor Krebsbach, era stata predisposta una camera dei gas che all’esterno appariva come uno stabilimento per le docce. Nei falsi “bagni”, i prigionieri venivano uccisi coi gas asfissianti.
Oltre a questa camera dei gas, esisteva un’automobile speciale che faceva regolarmente la spola fra Mauthausen e Gusen, nella quale i deportati venivano “gasati” durante il viaggio. L’automezzo era stato messo a disposizione del farmacista Wasicky, anch’egli delle SS. Io stesso ho più volte guidato l’auto, senza però mai assumermi la funzione di immettere il gas all’interno. So, tuttavia, con certezza che nella macchina tutti erano “gasati”.
L’uccisione per mezzo dei gas avveniva per ordine del medico del campo, Krebsbach, che si trova ora a Cassel. Krebsbach è stato espulso dalle SS quando si è stabilito che vi aveva ottenuto fraudolentemente l’ammissione, essendosi accertato che era massone e baro. Tutte le esecuzioni venivano eseguire per ordine dell’ufficio della sicurezza del Reich o dei seguenti capi delle SS: ministro Himmler; capo delle SS Heidrich; Mueller e dottor Kaltenbrunner (capo della polizia di sicurezza). Nello sterminio degli ultimi 800 prigionieri del campo sussidiario di Gusen n. 2, effettuato a colpi di scure, con le bastonature o con gli annegamenti, non ho avuto parte.
Nel campo sussidiario di Gusen n. 1, Blocco 31, sono stati uccisi coi gas asfissianti 640 prigionieri. L’esecuzione è stata compiuta per ordine del capo custode del campo, Seidler, e dal vice-capo Killermann, dai prigionieri tedeschi Pigel e Amelung, (attualmente deceduti) e Lisberg (capo del blocco n. 15). Questi prigionieri tedeschi sapevano che se non avessero eseguito l’ordine sarebbero stati uccisi.
Non so dove ora si trovi il primo capo-squadra delle SS Fentsch, il quale ha assassinato circa 700 prigionieri nel campo sussidiario di Gusen n. 1. Il Fentsch uccideva i deportati facendoli immergere nell’acqua gelata alla temperatura di 12 gradi sotto zero, per la durata di tre ore; dopo questo bagno essi erano costretti a rimanere più ore completamente nudi, all’aria aperta, finché si abbattevano morti di freddo. Anche a questo massacro sono stato estraneo; né ho impartito ordini. Egualmente, ignoro dove si sia rifugiato il medico dottor Kiesenwetter, delle SS, che ha assassinato alcune centinaia di prigionieri mediante iniezioni di benzina.
Un altro ufficiale delle SS, il dottor Richter, il quale ha “operato” alcune centinaia di deportati senza alcun motivo al mondo, estraendo loro parti del cervello, dello stomaco, dei reni e del fegato, è stato da me recentemente trasferito in un altro campo di concentramento.
Sebbene tutte le pene corporali (bastonature) dovessero essere autorizzate da Berlino, riconosco di avere spesso fustigato i prigionieri per un mio impulso personale; ammetto che mi piaceva veder soffrire.
Il capo delle SS Pohl di Berlino ha dato l’ordine che tutti i prigionieri fisicamente deboli e per i quali il cibo non era sufficiente, fossero condotti nei boschi a raccogliere bacche selvatiche. Inoltre, d’accordo coll’amministrazione, fece ridurre le razioni dei viveri, che erano di 750 grammi giornalieri, a 350 grammi per settimana.
Il capo gruppo Glucks diede l’ordine di considerare i deportati più deboli come pazzi e dispose perché venissero uccisi nella camera dei gas. In tal modo sono stati sterminati un milione e mezzo di persone. La grande installazione delle camere-gas dove avvenne il massacro si trova a Hartheim, a dieci chilometri da Linz, in direzione Passau. Nel campo, poi, si annunciava che i “gasati” avevano cessato di vivere per morte naturale. Mentre i giustiziandi erano ancora sui veicoli che dovevano condurli ad Hartheim, nell’ufficio politico del campo di Gusen si erano già compilati gli annunci di morte per inviarli a Berlino.
Il campo dei falsari
Duemilacinquecento prigionieri furono un giorno spediti dal campo di concentramento di Aushwitz a Mauthausen. Tutti, per ordine di Berlino, furono denudati ad Appelplatz e spruzzati di acqua gelida. Successivamente dovevano essere inviati al campo sussidiario di Gusen, distante circa 5 km.; ma io non disponevo per questi deportati di indumenti, se non camicie e mutande. Feci richiesta di vestiti a Berlino; mi si rispose di inviare i prigionieri a Gusen sia pure nudi.
Fu il comandante Glück che diede l’ordine di trasferire tutti i deportati che lavoravano nel crematorio di Mauthausen al campo di Gusen; e una volta giunti colà li fece fucilare, col pretesto che essi avevano svolto la loro attività nel crematorio di Auschwitz e quindi erano in grado di dare informazioni. Del resto, esisteva un ordine segreto in base al quale tutti quelli che lavoravano nel crematorio dovevano essere fucilati, a intervalli di tre settimane.
Al campo di Schlier erano 1.000 deportati, tutti grafici e litografi. Erano addetti alla fabbricazione di banconote straniere false e di tessere personali e di timbri di tutto il mondo.
Nel campo di St. Lambrecht era amministratore un ufficiale di Monaco il quale, con Pohl e altri capi delle SS organizzava festini orgiastici. Ma poiché sentivano che le loro gesta erano osservate e biasimate dai deportati, pensarono di accusarli di furti e di tentativi di fuga provocando il loro ritorno al campo di Mauthausen. Ammetto di aver ricevuto l’ordine di eliminare subito questi prigionieri non appena giunti a Mauthausen, per sopprimere testimoni pericolosi. Una parte di essi fu spinta contro una barriera di fil di ferro nella quale era stata immessa la corrente elettrica e successivamente fatta sbranare da un cane alano, “Lord”, incitato contro i loro corpi. Altri furono inviati a Gusen e sottoposti ai lavori forzati.
Presenti il Gauleiter Reinerz, il dott. Reiter, il dott. Baldur von Schirach e altri, ricevetti quest’ordine di Himmler: tutti gli ebrei addetti alla costruzione di fortificazioni nel sud-est devono immediatamente mettersi in marcia a piedi, abbandonando il loro posto di lavoro, per essere avviati a Mauthausen. Di 60.000 ebrei che dovevano arrivare a questo campo, in realtà ne arrivò solo una parte esigua. Di un gruppo che comprendeva 4.500 persone non ne giunsero a Mauthausen che 180. Le donne ed i bambini marciavano a piedi nudi, avvolti in laceri panni e pieni di pidocchi.
Nel 1941 tutti i comandanti di campo furono convocati a Sachsenhausen per apprendere un metodo che consentiva di liquidare con la maggiore velocità possibile gli internati. Con un apparecchio radio che trasmetteva ad alta voce fummo guidati attraverso un oscuro corridoio in una cella di punizione. Sulla parete di fronte alla cella era stato praticato un foro, da cui si effettuavano le esecuzioni mediante il colpo alla nuca. Durante lo spettacolo tutti i dirigenti delle SS del Comando erano ubriachi. Tale impianto era stato escogitato dal capitano Lerizz, delle SS. Otto crematori trasportabili si trovavano di fronte alla sala mortuaria continuamente in funzione. La “produzione” variava dai 1500 ai 2000 uomini al giorno. Quando i comandanti dei campi visitarono l’impianto, questo era in attività già da due settimane; esso deve aver funzionato per non meno di cinque settimane.
I pazzi che non erano pazzi
Nel campo di concentramento di Gross-Rosen il medico assassinò gli internati mediante iniezioni di cianuro di potassio alla regione cardiaca. C’erano in quel campo parecchi medici delle SS, i quali venivano continuamente cambiati.
A Buchenwald fui testimone della sottrazione, fatta agli internati ebrei, di tutto l’oro e degli oggetti di valore da essi posseduti. In tali operazioni si distinsero in modo particolare alcuni ufficiali, fra cui Mayer, il quale era un parente dello stesso Himmler. Ognuno di essi comperò una lussuosa macchina; uno portava alle dita i brillanti rubati. L’ispettore delle prigioni di Buchenwald si distinse pure per appropriazioni indebite; con una donna, completamente nuda, partiva in macchina per Erfurt, dove organizzava orge che gli costavano fino a 5000 marchi (naturalmente rubati).
Con gli ebrei ricchi si esercitava un vergognoso traffico. Una coperta del valore di 2 marchi veniva venduta per 100 marchi.
L’ex-medico del campo di Buchenwald, Kirschner, nella sua qualità di psichiatra, fece uccidere parecchi internati col pretesto che fossero ammalati di mente. Tale operazione veniva giustificata, qui come negli altri campi, col documento “14 F 13”. Gli internati di Dachau, Buchenwald, Mauthausen venivano fatti passare davanti a una commissione la quale era presieduta dal dr. Lenauer, psichiatra a Linz. Calcolo che durante il periodo di un anno e mezzo non meno di 20.000 internati siano stati “gassati” come pazzi. La “gassificazione” non veniva effettuata dalle SS ma da ufficiali della polizia. I cadaveri venivano poi bruciati e le ceneri gettate nel Danubio. Adolf Hitler stesso deve aver sospeso tale operazione perché nel corso dell’effettuazione gli addetti ai “lavori” avevano compiuto deplorevoli “confusioni”. In Auschwitz l’incaricato particolare, durante il trasporto di oro, trafugò 40 chili di denti della preziosa materia. Non so il suo nome; ma presumo sia stato Glück, gerarca delle SS. In tutti i campi le donne, gli uomini e i bimbi venivano tosati; coi capelli raccolti si facevano scarpe di “feltro”. Il comandante di gruppo delle SS Heydrich, più tardi assassinato, aveva dato ordine di tatuare il volto degli internati, e precisamente di tracciare una striscia che dalla fronte scendesse fino al naso e una croce sulle due guance. Questo tatuaggio, fatto con inchiostro, durava tre mesi e doveva essere rinnovato. In Auschwitz gli internati portavano il numero di matricola tatuato sulle braccia.
Sfracellati sulle rocce
Fra il 1942 e il 1943 circa 1000 ebrei olandesi vennero trasferiti a Mauthausen. Il 31 maggio Himmler era presente e ordinò che gli ebrei portassero pietre di granito del peso di 50 chili, per la costruzione di un muraglione, dalla cava del Wiener Graben fino a Mauthausen (il percorso avveniva sopra alti salti di roccia). Quasi tutti gli internati si lanciarono volontariamente dal muro di granito, alto una cinquantina di metri, e si sfracellarono sulle rocce sottostanti. Subito dopo la visita di Himmler, Ziereis portò a conoscenza del comandante Glücks l’ordine avuto e lo pregò di fargli avere un’udienza con Himmler stesso perché mutasse le disposizioni. Dopo 12 ore Ziereis venne chiamato dal suo comandante, il quale gli disse che non c’era nulla da obiettare relativamente all’ordine dato da Himmler.
Tre mesi più tardi 1000 ebrei cechi giunsero a Mauthausen. La mortalità giornaliera era allora di meno del 3%. I capi di Berlino considerarono tale mortalità come “insufficiente” e si telefonò da Berlino per chiedere che cosa avvenisse a Mauthausen.
Ziereis ammette che, secondo le sue valutazioni, nei distretti di Varsavia, Kovno, Riga e Libau sono stati assassinati circa 10 milioni di persone.
Le dichiarazioni sopra riportate sono state fatte dallo Ziereis nella notte dal 23 al 24 maggio 1945. Il verbale è stato steso in tedesco dal capo dell’ospedale Roman Kosmala; e trascritto da Joachim Dresler.
In copertina: Franz Ziereis, ritratto al centro, insieme a membri delle SS