Il primo ministro giapponese Fumio Kishida è il primo negli ultimi dieci anni a trasferirsi nella residenza ufficiale, il palazzo Sōri Kantei, funestata dalla credenza che fosse infestata dai fantasmi. Torniamo al 1936 per scoprire la storia da cui ebbe origine la leggenda.
Ha fatto notizia in questi giorni l’insediamento del primo ministro giapponese Fumio Kishida nella residenza ufficiale e la sua prima notte passata nel palazzo. Irene Soave ha firmato per il Corriere un articolo che comincia proprio con le parole rilasciate dal ministro il mattino dopo: «Ho dormito bene»..
Ma perché una semplice e tranquilla notte di sonno nel centro di Tokyo sarebbe stata celebrata come un atto di coraggio?
Per scoprirlo dobbiamo, come piace fare sempre a noi, tornare un po’ indietro nel tempo e scavare nel cuore della storia e della cultura giapponese. E per farlo, abbiamo chiesto a una guida d’eccezione, il prof. Giorgio Fabio Colombo, ordinario di diritto comparato presso l’Università di Nagoya, di scortarci in questo viaggio.
Febbraio 1936, Tokyo. Sotto una tormenta di neve, la residenza ufficiale del primo ministro viene presa d’assalto dalle forze armate. È in corso un sanguinoso tentativo di golpe, che passerà alla storia come l'”incidente del 26 febbraio”. Reparti di ammutinati dell’esercito imperiale, nel tentativo di rovesciare la dirigenza militare, costringono con le armi ad aprire i cancelli del cortile esterno all’edificio e occupano i principali uffici pubblici. Il Primo ministro in carica Okada Keisuke riesce a fuggire, ma intanto i ribelli assassinano vari membri del governo, tra cui l’allora ministro delle Finanze.
Da allora, secondo la leggenda, i loro spiriti infestano quelle stanze.
Ma oggi, dopo diversi anni durante i quali la residenza è rimasta vuota – né il ministro Yoshihide Suga né il ministro Shinzō Abe hanno voluto sfidare la superstizione – Fumio Kishida ha deciso di trasferirsi. “Non li ho incontrati”, ha risposto ai giornalisti che lo hanno interrogato su eventuali incontri spettrali.
Un episodio forse marginale, dal quale però emerge l’importanza e la pervasività di alcune credenze popolari, tradizioni e leggende all’interno di una cultura.
In Giappone i fantasmi non solo abbondano nelle antiche leggende, ma ancora oggi continuano a suscitare un certo timore. Nessun giapponese vorrebbe vivere in una casa in cui si siano verificati omicidi, suicidi o casi di morte innaturale, tanto che in questi casi i prezzi sono inferiori fino a due terzi rispetto a quelli di mercato. D’altra parte, vi avevamo già raccontato come, qualora il venditore o il locatore di una casa in cui sia deceduto qualcuno non dichiari la circostanza, il contratto è, secondo l’opinione prevalente dei tribunali giapponesi, annullabile per “vizi della cosa” (se volete saperne di più recuperate l’articolo Diritto giapponese: curiosità e spunti di riflessione).
E di spiriti che infestano luoghi teatro di fatti di sangue parla anche il libro Fantasmi e guerrieri. Giustizia e vendetta nell’immaginario giapponese di Giorgio Fabio Colombo, edito da Le Lucerne. Piccolo spoiler: uno dei luoghi più spettrali è il giardino dell’Ambasciata italiana a Tokyo. Il perché ve lo lasciamo scoprire nel libro.
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