First Lady degli USA, presidente di commissione all’ONU e co-autrice della Carta dei Diritti dell’Uomo: Eleanor Roosevelt fu un’intellettuale straordinaria.
Le virtù di un buon politico sono state discusse per secoli da filosofi e letterati vari, ma i più avrebbero scosso la testa all’idea di ritrovarle in una first lady americana. Beh, Eleanor Roosevelt ha fatto ricredere i più scettici.
Newyorkese di nascita, Eleanor si dedicò sin dalla gioventù allo studio della storia, della letteratura e del diritto, condividendo le posizioni liberali e progressiste che circolavano nella sua famiglia, vantando inoltre la parentela con Theodore Roosevelt Jr, 26° presidente degli Stati Uniti. Il matrimonio con il lontano cugino Franklin le aprì concretamente le porte della politica: dal 1933 al 1945 fu first lady degli USA, supportando il marito nella definizione del New Deal, l’innovativo piano di riforme economiche e sociali volto a risollevare il Paese dalla Grande Depressione degli anni ’30.
Animata dalla sensibilità verso i diritti sociali e la salvaguardia dell’individuo, nonché femminista illuminata, Eleanor era solita circondarsi di intellettuali ed esperti del diritto. Nel suo salotto, all’ora del tè, si discuteva di politiche sociali e avanzamento della tutela dei diritti, tanto nel suo Paese quanto nel resto del mondo.
In particolare, accolse l’appello dello scrittore e attivista H. G. Wells (qui un approfondimento) circa la necessità di implementare la tutela sociale dei cittadini, soprattutto a seguito della Grande Depressione e della Seconda Guerra Mondiale.
Il suo impegno saltò all’occhio. Il presidente Harry Truman le affidò l’incarico di guidare la Commissione per i diritti umani (Drafting Committee), che doveva elaborare un testo capace di riunire tutti i diversi paesi aderenti alle Nazioni Unite sotto un’unica bandiera a tutela dei diritti dell’uomo. Diritti sociali, politici, le libertà fondamentali, gli obblighi dello Stato nei confronti del cittadino: un compito non facile visti i tempi e le differenze culturali.
La sensibilità della Roosevelt la portò a individuare subito un elemento necessario affinché la Carta, la futura Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, venisse approvata da tutti: individuò tre esperti di nazionalità e formazione diverse per scrivere materialmente il testo. Si tratta del filosofo cinese Peng-chun Chang, il giurista francese René Cassin, e il filosofo libanese Charles Malik.
La Carta venne prodotta e adottata in tempi brevissimi: il 10 dicembre 1948, l’Assemblea Generale dell’ONU l’approvò (pur con l’astensione di URSS, Arabia Saudita e paesi del Sud Africa).
Possiamo dunque affermare che Eleanor Roosevelt fu la prima donna a ricoprire una posizione di rilievo nelle Nazioni Unite, uno stimolo fondamentale all’apertura della politica verso le brillanti menti femminili.
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