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Congiunto, agg. e s.m.

Congiunto, agg. e s.m.

“Chi sono i congiunti?” abbiamo sentito chiedere a più voci in questi giorni. La risposta non ha tardato ad arrivare, ma cosa avrebbe detto il buon Conte Giovanni Ferri De Saint-Constant, che nel suo Spettatore Italiano (1822) scriveva:

Sono i congiunti una sorte d’amici che ci dà la natura. Rami d’un medesimo tronco, e del medesimo succo nudriti, quando il vento della discordia ne diveglie qualcuno, il veggiamo tosto inaridirsi e morire. […] Non potrai fare che li congiunti tuoi ti siano sempre amici; ma dovrai procacciare di viver con essi come se lo fossero, ed ingegnarti di nascondere al pubblico le domestiche dissensioni.

La letteratura insomma non alcun dubbio insomma: i congiunti sono i familiari, i consanguinei, quelli che ci hanno reso spesso le cene delle feste complicate ma anche quelli che danno un senso alla parola “casa”. A noi, però, i dubbi restano.

Facciamo un passo indietro, andando a cercare la radice di questo termine.

Congiunto è il participio passato di congiungere e ritroviamo la medesima derivazione nel latino: CONIUNCTUS da CONIUNGĔRE, composto dalla particella CUM-, “con, insieme a”, e IUNGĔRE “unire”. Il congiunto è quindi colui che viene unito ad altro (o altri) da lui. Troviamo la stessa radice nel Sanscrito IUNAG’MI, che in latino diventa JUGUM, ricordandoci di un giogo che viene riferito all’essere umano per metafora, specie di matrimonio.

La prima attestazione nell’italiano volgare va cercata nell’Elegia Giudeo-Italiana, scritta sul principio del XIII secolo e localizzabile nella koiné dell’Italia Mediana. Nel testo, congiunto viene utilizzato nel senso di vicino nello spazio e nel tempo.

Più utile alla nostra ricerca è il testo del grammatico Guido Faba, che nei suoi Parlamenti in Volgare (1243):

Unde, scì como persona a voi coniuncta per particullare dilectione dicerò sub brevità familiare mente in quale guisa lo core meo e la mente s’alegra quando vede le vostre littere […]

Colpo di scena! Per il letterato bolognese una persona congiunta è di fatto una persona a noi affine, diletta, amica.

Tuttavia, ciò non ci porta ad un punto fermo sul significato attribuito in letteratura alla nostra parola. Guardando altri testi di poco più tardi, come gli scritti di Andrea da Grosseto, ritroviamo invece il significato di congiunto come colui cui siamo legati da legame di sangue.

La pietà è virtù per la quale coloro, che son congiunti di sangue e sono de una terra, si danno benivolo officio e diligente onore.

È inutile cercare una risposta univoca insomma: il significato nei secoli oscilla definendo il congiunto come chi è prossimo nello spazio o legato e intrecciato, chi è prossimo per parentela, e chi è prossimo per legame spirituale, di affetto, di amicizia.

La legge italiana non aiuta a chiarire il labile confine, se non facendo pendere l’ago della bilancia verso la sfera familiare e dei legami di sangue. L’unica definizione di congiunti si trova nell’art. 307 del codice penale che recita:

Agli effetti della legge penale, s’intendono per prossimi congiunti gli ascendenti, i discendenti, il coniuge, (la parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso,) i fratelli, le sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti: nondimeno, nella denominazione di prossimi congiunti, non si comprendono gli affini, allorché sia morto il coniuge e non vi sia prole.

In nostro aiuto è però accorso Palazzo Chigi spiegando che i congiunti, ai fini del Dpcm del 26 aprile 2020 , sono “parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili“. Chissà se la scelta di questo termine inesplorato dal diritto è arrivata proprio dai testi di Guido Faba. Non lo sapremo mai, ma almeno sappiamo a chi potremo tornare a far visita, a partire dal 4 maggio 2020.

© Riproduzione Riservata

Scopri congiunto nelle Massime

20. Come una Novella di Pirandello (1921)
28. Il Grande Torino (1950)

Bibliografia

Congiunto, Congiungere, in Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana, Milano, Sonzogno
Conjungere, in Du Cange, et al., Glossarium mediæ et infimæ latinitatis., Niort: L. Favre, 1883-1887.
Congiunto, in TLIO, Tesoro della Lingua Italiana delle Origini
Bonghi, Giuseppe (a c. di), Elegia Giudeo-Italiana, in Poeti del Duecento, a c. di Gianfranco Contini, Riccardo Ricciardi editore, Milano Napoli 1960, 2 voll.
Castellani, Arrigo, Parlamenti in volgare di Guido Fava (edizione provvisoria a uso interno dell’OVI), in Bollettino dell’Opera del vocabolario italiano, II, 1997, pp. 231-49.
REGIO DECRETO 19 ottobre 1930, n. 1398 (accessibile su https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:regio.decreto:1930-10-19;1398).
Ferri de Saint-Constant, Giovanni, I congiunti, in Lo Spettatore italiano, Vol.2, Milano Società tipografica de’ classici italiani, 1822
Ferri De Saint-Constant, Giovanni Lorenzo, a c. di Alvazzi Del Frate, Paolo, in Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 47, 1997

Altro da Nomen Omen:

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