Luigi XIV di Francia fu abile nella politica quanto nell’amore: per giustificare la sua infedeltà agli occhi del cardinale Mazzarino escogitò uno stratagemma sfruttando l’appetito del suo commensale.
Luigi XIV di Borbone, re Sole, governò con maestria la Francia sedendo sul trono per ben 72 anni, dal 1643 al 1715. Parlando di grandi numeri, elevato fu il numero delle sue amanti secondo gli storici (e i pettegoli) di corte. D’altronde, la sua non fu una vita facile e il piacere del corpo deve averlo aiutato a coprire i turbamenti della mente: trascorse i primi anni di vita nella paura di essere assassinato, avendo perso il padre all’età di cinque anni. Il precedente re non aveva lasciato in eredità al figlio un regno pacifico: la Francia del primo ‘600 viveva in un clima di ostilità tra cattolici e ugonotti, flagellata dalle guerre di religione che erano terminate a fine ‘500, e a esse era susseguita negli anni ’40 la ribellione della Fronda, un movimento politico di natura parlamentare che chiedeva un ridimensionamento dei poteri della casa reale a favore di una maggiore libertà decisionale del Parlamento. Il giovane Louis regnava sotto l’ala protettrice e preponderante del cardinale Giulio Mazzarino, primo ministro del padre. Il cardinale era un uomo politico brillante, abile diplomatico, che contribuì alla tregua tra le corone reali di Francia e Spagna, da sempre rivali per questioni territoriali e commerciali. Mazzarino propose infatti il matrimonio combinato tra Luigi XIV e Maria Teresa l’Infanta di Spagna, figlia di Filippo IV: le nozze reali confermarono l’impegno alla non belligeranza delle parti espresso già nel Trattato dei Pirenei del 1659 (siglato sull’Isola dei Fagiani, come vi avevamo raccontato qui).
Il contratto matrimoniale prevedeva la rinuncia da parte di Maria Teresa a qualsiasi diritto sulla corona di Spagna; in compenso le veniva costituita una dote di 500.000 scudi d’oro. Tuttavia, Maria Teresa non fu una regina serena: dovette sottostare ai palpitii scottanti del nobile consorte, che entrava e usciva dai letti di tutta Versailles.
Il cardinale Mazzarino, da uomo di chiesa e soprattutto uomo di potere qual era, tentò di riportare il sovrano sulla via della fedeltà coniugale: un re farfallone non era nocivo soltanto per la moglie, ma la sua condotta avrebbe offuscato il titolo di Re cristianissimo. Ma Luigi non poteva tollerare limiti alla propria libertà sessuale: elaborò così un piano per portare il cardinale dalla sua parte.
E dunque, vi chiederete, cosa escogitò di tanto losco? Forse indusse il cardinale alla conoscenza di irresistibili bellezze? O piuttosto avviò il timorato di Dio a sacrileghe pratiche? Ci dispiace, lettori, ma dovremo frustrare le vostre fantasie.
Luigi invitò Mazzarino a pranzo, un giorno come tanti, servendo il piatto preferito del caro tutore: pernici. Il cardinale ben apprezzò l’appetitoso pasto, e ancor di più dovette apprezzare le scuse del sovrano, che si impegnò a migliorare la sua condotta. Il cardinale si alzò da tavola soddisfatto: a pancia piena e cuore sereno, si avviò alle sue faccende. L’indomani, Mazzarino fu ancora ospite della tavola del suo re, e fu ancora provocato dalla bontà delle pernici, di cui non se ne privò. Il giorno successivo, e quello dopo ancora, Mazzarino mangiò pernici alla tavola del re. Giunto il giorno seguente, quando il servitore portò alla tavola la cloche, l’entusiasmo di Mazzarino sfumò insieme al suo appetito:
“Ancora, sempre le pernici!” esclamò, deluso e quasi infastidito, annoiato certamente.
Il sovrano rispose allora: “sempre la regina!”.
Non sappiamo se l’escamotage del re abbia sortito effetti sul cardinale, ma possiamo immaginare la sua faccia sbalordita e l’animo seccato al clou di quel pranzo. Quel che è certo è che di lì a poco Mazzarino, non ce ne voglia, avrebbe rimesso le penne, vista l’età e il peso del governo (e quello di domare un pupillo così insolente), mentre Louis lasciò che le sue amanti più colte e astute facessero ombra sulla consorte. Tra le più affascinanti e intriganti ricordate dalla storia spiccano Louise de la Vallière, dama di corte della cognata Enrichetta d’Inghilterra (e sua amante), Françoise-Athénaïs Marchesa di Montespan, e Madame de Maintenon, nata Françoise d’Aubigné: tre donne con caratteri e attitudini profondamente diverse, che segnarono non solo la vita affettiva del sovrano ma che influirono anche sulle sue attività di governo.
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