Nel giugno del 1889 tre negozianti di Chicago entrano in affari con la American Executing Company, proponendo a tutti gli sceriffi degli Stati Uniti un servizio privato molto peculiare: delle perfette esecuzioni capitali.
Per dar vita a una società ci vuole un certo spirito imprenditoriale, una buona consapevolezza della domanda di mercato e anche un pizzico di… inventiva.
Lo sanno bene tutti quelli che entrano nel mondo selvaggio delle start-up, che per accaparrarsi finanziamenti, sovvenzioni e contributi a fondo perduto devono inventarsi un progetto innovativo dopo l’altro: piattaforme di streaming, di sharing, di dating, abbonamenti digitali, social network, app per comprare verdure biodinamiche a kilometro zero con criptovaluta e chi più ne ha più ne metta.
Se anche voi vi ritrovate una certa vena imprenditoriale e volete lanciarvi in un business inesplorato, sappiate che non arriverete mai al livello dei protagonisti della nostra storia, tre negozianti di carbone dell’Illinois rispondenti ai nomi di Stephen Lawson, M.E. Clear e A.E. Iffert, che nel giugno del 1889 ebbero un’idea talmente bizzarra che se ne parlò anche oltreoceano!
Anche il periodico italiano Rivista penale, infatti, nel 1890 racconta che, tramite decreto, lo stato dell’Illinois autorizzò l’American Executing Company di Chicago a entrare in affari.
Si sa come funziona: quando una notizia attraversa l’Atlantico può subire qualche interferenza, certi dettagli si perdono, e così gli imprenditori arrivarono in Italia con dei cognomi nuovi (Louson, Elcar e Iffert). Ma il nome della società, per quanto incredibile, era esattamente quello.
Sì, avete letto bene: si trattava proprio di una società per azioni con oggetto le esecuzioni capitali! Cosa non sono capaci di trasformare in business gli Americani?
I tre negozianti coltivarono e diffusero lo spirito sociale fino ad assommare un capitale di ben 25 mila dollari (circa 750 mila dollari di oggi), e avevano l’ambizione di assumere l’appalto e il monopolio legale delle esecuzioni dei condannati a morte.
I tre si auguravano di fare buoni affari, e promettevano di mantenere sempre alta la qualità del servizio, assicurando di avvalersi solo dell’opera di “carnefici abili” e dei mezzi più moderni forniti dalla scienza, sempre garantendo la più perfetta riuscita del… decesso.
Niente incidenti maldestri – dichiarano alla stampa – come nel caso dell’esecuzione dei tre vigilantes della banda dei Bald Knobbers, giustiziati appena un mese prima, nel maggio 1889, a Ozark, Missouri. Il caso aveva suscitato molte polemiche perché le corde usate per l’impiccagione avevano ceduto e i condannati erano caduti a terra; condotti di nuovo sul patibolo, il secondo tentativo non andò meglio e i tre morirono agonizzando dopo un tempo interminabile.
Incidenti che a distanza di più di un secolo ancora drammaticamente si verificano negli Stati Uniti: è di poche settimane la notizia dell’atroce agonia subita da un condannato afroamericano in Oklahoma, morto dopo 21 minuti di convulsioni e vomito. Uno scandalo che ha sollevato una grande ondata di mobilitazioni a favore di un altro condannato afroamericano che avrebbe dovuto subire la stessa iniezione letale in Oklahoma, ma che è stata bloccata a poche ore dell’esecuzione.
La società dichiarò poi l’intenzione di prendere contatti con tutti gli sceriffi degli Stati Uniti per proporre un pacchetto completo. Il cliente non si sarebbe dovuto scomodare a portarsi gli strumenti del mestiere da sé, perché la società avrebbe pensato a tutto: forche, corde, apparecchi elettrici, sudari, bare.
E il tutto garantendo sempre dei “prezzi moderati“. Insomma, ci mancava solo una bella offerta del tipo “prendi tre, paghi due” e sarebbe stato un successo assicurato.
Purtroppo, dopo la breve frenesia iniziale, non se ne seppe più niente. Chissà se in Italia al tempo un notaio avrebbe rogato l’atto costitutivo di una società commerciale dall’oggetto sociale così… peculiare.
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