logologo
  • Home
  • Massime
    • Tutte le massime
    • Vizi, amore e tempo libero
    • Penale&Civile
    • Percorsi storici
    • Speciali e celebrativi
  • Nomen Omen
  • #giornopergiorno
  • Erudizioni Legali
  • Brevetti dal Passato
  • Interviste Chiarissime
  • Eventi
  • Home
  • Massime
    • Tutte le massime
    • Vizi, amore e tempo libero
    • Penale&Civile
    • Percorsi storici
    • Speciali e celebrativi
  • Nomen Omen
  • #giornopergiorno
  • Erudizioni Legali
  • Brevetti dal Passato
  • Interviste Chiarissime
  • Eventi
58. Altiero Spinelli, Ventotene e l’Europa (1928)

Altiero Spinelli, Ventotene e l’Europa (1928)

I tempi che viviamo sono quello che sono. A volte ci sembra di essere prossimi all’abisso. Vediamo sfaldati i rapporti sociali e osserviamo sgomenti al riemergere di una retorica che credevamo seppellita. E incapaci di guardare avanti, ci affossiamo acriticamente nel passato. Il passato però (almeno è questo è il nostro messaggio) ha sempre del buono, persino quando è buio, perché è stimolo per il presente e per l’avvenire.

C’è un argomento, per esempio, di estrema attualità, che più di altri soffre lo spirare di venti gelidi: l’Europa.

L’indegna campagna elettorale permanente, cui assistiamo inermi da anni, ha fatto dell’Europa uno dei suoi principali bersagli. Un nemico a portata di mano. Da additare comodamente come causa primaria dei nostri affanni, come un dio capriccioso e severo al quale doversi a tutti i costi ribellare. L’astio nei confronti dell’Europa ha così pervaso la “dialettica” politica, che non c’è un partito politico che non si proponga, quando non di rovesciarla, almeno di modificarla questa Europa, perché così com’è è non va bene.

Io confesso che all’Unione Europea un po’ ci sono affezionato, e mi piacerebbe fosse se possibile ancor più presente nel dibattito pubblico. Non come quel Molok di “tecnocrati e burocrati” che infesta le nostre vite, come tanti inutilmente la descrivono, ma come la casa che tutti noi europei abitiamo.

Mi dà un grande sollievo il fatto che il concetto di Europa unita (almeno come noi la percepiamo oggi) sia stata elaborata nella prima metà del Novecento. In un periodo in cui nazionalismi e sovranismi erano la realtà data e pensare a una Europa di stati uniti era pura fantascienza. Uno dei nomi più noti che si associano a questo pensiero visionario è quello di Altiero Spinelli, autore insieme a Ernesto Rossi di quel Manifesto di Ventotene, che pose le basi politiche e ideologiche alla futura costituzione di una unione tra stati europei, mentre le macerie della guerra erano ancora fumanti.

La prima stesura dell’opera, dal titolo Per un’Europa libera e unita. Progetto di un manifesto fu redatta del 1941, in piena seconda guerra mondiale quando Spinelli e Rossi erano confinati a Ventotene, splendida isola del Tirreno che ebbe la sfortuna di essere relegata dal Regime al ruolo di galera a cielo aperto.

A ben pensarci, l’idea che un concetto politico così alto sia stato messo nero su bianco in un periodo estremamente funesto e nel corso di dolorosi anni di confino politico, non solo mi dà sollievo, ma mi commuove.

Anche Gramsci dal carcere scrisse: “Esiste oggi una coscienza culturale europea ed esiste una serie di manifestazioni di intellettuali e uomini politici che sostengono la necessità di una unione europea: si può anche dire che il processo storico tende a questa unione e che esistono molte forze materiali che solo in questa unione potranno svilupparsi: se fra x anni questa unione sarà realizzata la parola “nazionalismo” avrà lo stesso valore archeologico che l’attuale “municipalismo”“.

Tornando a Spinelli. Si era avvicinato all’attivismo politico a 17 anni, nel 1924, l’anno dell’assassinio di Matteotti. A partire dal 1926, con la emanazione dei provvedimenti a “difesa dello Stato”  tutti i partiti, le associazioni e le organizzazioni che “esplicano azione contraria al regime” (cioè tutti tranne il PNF) erano stati disciolti e relegati di fatto alla clandestinità (R.D., 6 novembre 1926 n. 18). La legge 25 novembre 1926, n. 2008 aveva poi istituito il Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, uno dei più odiosi – e temuti – strumenti della repressione fascista, che per quasi venti anni inflisse condanne (anche a morte) a seguito di processi poco più che sommari e principalmente per reati di opinione.

Spinelli (nel frattempo espulso anche dal PCI) finì al confino di Ventotene nel 1939, dopo avere di fatto già scontato in diverse carceri italiane una condanna comminata proprio dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato.

Quando fu arrestato a Milano il 3 giugno 1927, Spinelli aveva 20 anni. Come si legge nella sentenza “Dalla lettura dei rapporti delle autorità di P.S., risulta che egli è elemento pericolosissimo […] Ha sempre esercitato deleteria attività sovversiva, tanto fra gli operai quanto fra gli studenti […]. Nella notte dal 5 al 6.2.1926, si fece iniziatore di una manifestazione ostile al governo con l’esposizione di una bandiera rossa con la scritta “Abbasso il Duce! Evviva Lenin!”.

Ho pensato che  fosse troppo comodo ripartire dal Manifesto di Ventotene per ridare il giusto respiro all’idea di Europa.

Ripartiamo da qui, dalla sentenza del Tribunale Speciale per la difesa dello Stato che condannò Altiero Spinelli a 16 anni e 8 mesi di reclusione (insieme ad altri membri del Partito Comunista, Parodi e Vignocchi) perché parte di una fazione politica contraria al regime. La trovate riportata per intero cliccando sul tasto qui sotto.

Come dicevo all’inizio, anche il passato più buio ha il seme della speranza.

Viva l’Europa.

Reg. Gen. 396/1927 – Sentenza n. 27

Il Tribunale Speciale per la difesa dello Stato
Presidente: Ciacci Augusto Generale di Divisione;
Giudice relatore: Buccafurri Giacomo;
Giudici: Tingali Casanova Antonio, Rambaldi Giuseppe, Mucci giulio, Sgarzi Giovanni, Ventura Alberto, Consoli della M.V.S.N.;

ha pronunciato la seguente

Sentenza

Nella causa contro

Parodi Giovanni, nato il 4.8.1889 ad Acqui (Alessandria), meccanico;
Vignocchi Arturo, nato l’11.12.1887 a Poggio Renatico (Ferrara), infermiere;
Spinelli Altiero, nato il 18.8.1907 a Roma, studente universitario

Detenuti

Imputati

1) del delitto di cui all’art. 3 p.p. legge 25.11.1926 n. 2008, per avere fino al 3.6.1927 in Milano ed altrove, preso parte al concerto criminoso, posto in essere dai supremi dirigenti del Partito Comunista, ricostituito clandestinamente, allo scopo di commettere fatti diretti a fari insorgere in armi gli abitanti del Regno contro i Poteri dello Stato e a suscitare la guerra civile;

2) del delitto di cui all’art. 3 cpv della legge suddetta, per avere, nelle stesse circostanze di tempo e di luogo, istigato a commettere fatti diretti a far insorgere in armi gli abitanti del Regno contro i Poteri dello Stato e a suscitare la guerra civile;

3) il Parodi e il Vignocchi, inoltre, dei delitti di cui agli art. 278 e 281 c.p per avere antecedentemente al 3.6.1927 in Milano, compilato e usato una falsa carta di identità, stabilità dalla nuova legge di P.S.

In pubblica udienza

Udita la lettura della sentenza di rinvio e degli altri atti processuali, udita la requisitoria del P.M., sentiti gl’imputati che, con i loro difensori, hanno avuto per ultimi la parola.

In fatto ed in diritto

È risultato quanto segue

La Regia Questura di Milano, in seguito all’arresto dei comunisti Betti Paolo e Malega Luigi, accertava che in quella città, fin dai primi mesi dell’anno 1927, si era ricostituita la Federazione Provinciale Comunista alla quale era preposto come Segretario tale Parodi Giovanni, noto nel Partito Comunista con lo pseudonimo “Gaspare”.

Furono quindi incaricati delle indagini alcuni funzionario ed agenti i quali nelle loro investigazioni vennero a sapere che i comunisti volevano darsi convegno nei quartieri di Porta Metronia e di Porta Monforte. Il giorno 3.6.1927, gli agenti investigativi scorsero, in una latteria sita in Via Monforte n. 37, tre individui seduti ad un tavolo che confabulavano, ed i cui connotati corrispondevano a quelli di alcuni comunisti ricercati dalle Autorità di P.S. del Regno.

Perciò decisero di affrontarli, ma i tre individui all’avvicinarsi degli agenti si diedero alla fuga.

Inseguiti, furono ben presto raggiunti e tratti in arresto, e poi identificati per Parodi Giovanni, Vignocchi Arturo e Spinelli Altiero.

All’atto dell’arresto, il Parodi si qualificò per Pasquero Giovanni, ed il Vignocchi per Vitoli Alfredo, ed a giustificazione presentarono le loro carte d’identità che corrispondevano ai nomi da loro dati. Ma alle insistenze degli agenti, finirono per dichiarare le loro vere generalità.

Nella perquisizione eseguita sulla persona del Parodi, furono trovati documenti comprovanti la sua attività comunista.

Il documento f.4 degli atti processuali contiene indicazioni relative ai settori, alle zone, alle quote degli iscritti ed i versamenti che si fanno al Comitato Centrale. Nello stesso documento vi sono i nomi dei sussidiati per ogni singolo settore, molti dei quali corrispondevano a gente sottoposta a provvedimento di polizia ed a procedimento penale per reati politici.
Nel documento f.5 degli atti processuali sono indicate le somme versate da aderenti e da sottoscrittori e le spese di propaganda.
Nel documento f.6 degli atti processuali vi sono alcune sottoscrizioni collettive.

Indosso al Parodi furono inoltre trovate circolari dattilografate nelle quali sono contenuti ordini ed istruzioni ai capi-zona, ai capi- settore ed alle cellule di officina e di strada.
Gli furono infine trovate stampe sovversive ed altre lettere, nonché la somma di lire 1.625 ed altri oggetti.

Allo Spinelli furono rinvenuti indosso vari appunti di propaganda comunista, un notes con altre indicazioni, una tessera di abbonamento ferroviario per la Lombardia, una tessera dell’Università di Roma rilasciata a nome di Spinelli, la somma di lire 170 ed altri oggetti.

Al Vignocchi non furono trovati documenti, ma fu trovata una tessera di abbonamento ferroviario rilasciata al nome di Vitoli Alfredo per la Lombardia, la somma di lire 2.100, e la carta d’identità anche a nome di Vitoli Alfredo.

Interrogati, i tre suddetti arrestati hanno dichiarato di essere comunisti, ma si sono rifiutati di dare altre spiegazioni. Il Parodi ed il Vignocchi hanno confessato di essersi fornite delle rispettive carte d’identità false, per sfuggire alle ricerche della P.S..

In seguito a ciò, il Parodi, il Vignocchi e lo Spinelli furono denunziati a questo Tribunale Speciale, ed in esito alle risultanze dell’istruttoria, furono rinviati a giudizio per rispondere dei rati a loro ascritti in rubrica.

Il Parodi, interrogato al dibattimento in merito alle accuse, ha confermato i fatti che gli sono attribuiti, facendo rilevare che egli ha riportato una sola condanna, nel 1923, a 5 anni di reclusione per incitamento alle guerra civile, in seguito ai fati della occupazione delle fabbriche di Torino, avvenuta nel 1920, e che per non scontare la pena si recò in Russia. Ha soggiunto che quanto egli ha fatto per il Partito Comunista al quale appartiene, è sempre poco in confronto a quello che avrebbe dovuto fare.
Dalla lettura dei rapporti delle Autorità di P.S., è risultato che il Parodi, recatosi in Russia in seguito alla condanna per incitamento alla guerra civile, frequentò un corso di scuola militare e scriveva articoli per la rivista “Ordine Nuovo” che venivano anche riportati sul giornale “l’Unità”.
Che, in seguito al beneficio dell’amnistia, ritornò in Italia e, nel 1926 e 1927, fu uno dei capi del Partito Comunista, e fu vice direttore de “l’Unità”, e riceveva dalla Russia fondi per sostenere la propaganda in Italia e per il suo stipendio.
Pertanto, la somma di lire 1.625 trovatagli addosso e sequestratagli è di provenienza delittuosa.
E, dalle deposizioni dei testi Novello, Pastore e Colombini, è risultato che il Parodi, nei primi mesi del 1927, era segretario della Federazione Provinciale Comunista di Milano, e, sotto lo pseudonimo di “Gaspare”, svolgeva la sua multiforme attività trasmettendo ordini e circolari alle sezioni dipendenti ed occupandosi della diffusione dei giornali “l’Unità” e “Battaglie Sindacali” nella zona di Milano.

Il Vignocchi ha dichiarato al dibattimento di essere stato, e di essere tuttora, comunista, ma di non avere svolto alcuna attività negli anni 1926 e 1927.
Quanto alla tessera intestata al falso nome di Vitoli Alfredo, ha dichiarato di essersela procurata per sfuggire alle ricerche della P.S.. Ed in ordine alla tessera di abbonamento ferroviario per la Lombardia, ha detto che, essendo egli impiegato presso una Ditta di Milano come commesso viaggiatore, l’abbonamento gli serviva per ragioni del suo impiego.
Dalla lettura dei rapporti delle Autorità di P.S., risulta che costui ricoprì, nel marzo 1925, la carica di Segretario della sezione comunista di Bologna e che nel Partito Comunista riscuoteva molta influenza, specie per le sue capacità di organizzatore di masse.
Che fu attivissimo propagandista fra le classi operaie e fu trovato più volte, in Bologna, in possesso di manifestini e di altro materiale di propaganda sovversiva.
Che, fra i documenti sequestrati al Segretario interregionale n. 13, si è trovata una lettera nella quale si danno disposizione per passare un sussidio al Vignocchi ed alla di lui famiglia.
E, dalle deposizioni dei testi Novello, Colombini e Pastore, è risultato che il Vignocchi, sotto lo pseudonimo di Vitoli, funzionava da aiutante del Segretario interregionale Betti Paolo e, dopo l’arresto di costui, avvenuto il 29.4.1927, ricoprì interinalmente la carica di Segretario interregionale per la Lombardia. Pertanto, devesi ritenere che la somma di lire 2.100, trovatagli indosso e sequestrata, proveniva dal Partito Comunista ed era destinata alle necessità della carica che rivestiva il Vignocchi.
Costui per la sua attività e pericolosità per l’ordine nazionale è stato assegnato al confino di polizia per tre anni, ma il provvedimento non ebbe esecuzione perché egli si era reso irreperibile finché venne arrestato a Milano, il 3.6.1927, come si è detto avanti.

L’imputato Spinelli al dibattimento ha dichiarato che egli è comunista e che si rifiuta di dare spiegazioni dei suoi atti, ritenendo di dovere dare conto soltanto al suo Partito.
Dalla lettura dei rapporti delle autorità di P.S., risulta che egli è elemento pericolosissimo e, dai documenti che gli sono stati sequestrati si rileva quale fosse la sua attività comunista.
Ha sempre esercitato deleteria attività sovversiva, tanto fra gli operai quanto fra gli studenti in forma occulta e si è sempre mantenuto in relazione con i più noti comunisti del quartiere Trionfale.
Nella notte dal 5 al 6.2.1926, si fece iniziatore di una manifestazione ostile al governo con l’esposizione di una bandiera rossa con la scritta “Abbasso il Duce! Evviva Lenin!”. Altra manifestazione uguale fu tentata dallo Spinelli anche nell’aprile successivo, però venne sventata dalla forza pubblica. Egli ha esplicato propaganda a mezzo di manifestini, opuscoli e francobolli stampati a fondo nero con l’emblema dei soviet.
Per la sua attività e pericolosità per l’ordine nazionale, fu assegnato, nel dicembre 1925, al confino di polizia per la durata di 5 anni Ma il provvedimento non ebbe esecuzione  perché egli si rese irreperibile e si recò a Milano dove, clandestinamente, continuò ad esplicare la sua attività comunista con lo pseudonimo “Ulisse” e sotto le false generalità di Massari Giorgio.
Era preposto alla Internazionale giovanile comunista per la Lombardia e per la Liguria finché venne arrestato, il 3.6.1927, come è detto avanti.
Evidentemente la somma rinvenutagli indosso e sequestrata proveniva dal Partito Comunista ed era destinata all’attività delittuosa.
Ai primi di agosto 1927, in una perquisizione eseguita in casa del comunista Ferroni, in Milano, furono sequestrati numerosi documenti, giornali comunisti e circolari, parte dei quali appartenevano allo Spinelli.

Da tali risultanze, chiaro emerge che i tre imputati suddetti, sino alla data del loro arresto, appartenevano al Partito Comunista ed anzi erano fra i maggiori esponenti; che svolgevano la loro attività multiforme per la riorganizzazione del detto Partito e facevano una intensa propaganda, mediante diffusione di stampati alla macchia.

Il contegno tenuto al dibattimento da costoro, e specialmente dal Parodi e dallo Spinelli, dimostra che essi sono degli irreducibili ed impenitenti comunisti, pronti in ogni tempo alla rivolta contro i Poteri dello Stato, e capaci degli atti più inconsulti.

E a carico dello Spinelli è anche risultato che, nel carcere, costui si rese promotore di una dimostrazione sovversiva, in cui si inneggiò alla Comune di Parigi e al Comunismo.

Accertati tutti questi elementi di fatto a carico degli imputati suddetti, si traggono le seguenti considerazioni in diritto.

Poiché gli imputati sono gli esponenti maggiori del Partito Comunista, è evidente che essi hanno preso parte alla riorganizzazione del detto Partito, la cui finalità concretata è di provocare la guerra civile e l’insurrezione contro i Poteri dello stato per instaurare il Governo degli operai e dei contadini. Pertanto essi dovranno essere ritenuti colpevoli del delitto di cospirazione a senso dell’art. 3 p.p. della legge 25.11.1926 n. 2008, in relazione agli art. 120-252 C.P.. e, poiché essi hanno svolto sino alla data del loro arresto un’attività propaganda allo scopo di incitare alla guerra civile ed alla insurrezione, devono altresì essere ritenuti colpevoli del delitto d’istigazione a senso dell’art. 3 cpv. della legge 25.11.1296 n. 2008 in relazione agli stessi art. 120-252 C.P..
Il Parodi ed il Vignocchi devono altresì essere ritenuti colpevoli di avere fatto uso di una carta d’identità falsa, che, per loro stessa confessione, si erano procurata allo scopo di eludere le ricerche della P.S.. Per l’affermazione della loro responsabilità, è irrilevante che essi stessi abbiano compilato e il denunciato falso o che se lo siano procurato in altro modo, poiché essi devono soltanto rispondere del reato previsto dall’art. 281 C.P., che è punito a senso dell’art. 279 stesso codice […].

Ciò posto il Tribunale passa alla applicazione delle pene, e tenendo conto dell’attività criminosa di ciascuno imputato e del conseguente grado di responsabilità delibera.

Nei riguardi di Parodi […] la complessiva pena di 21 anni e 6 mesi di reclusione, interdizione  dai pubblici uffici e 3 anni di vigilanza speciale della P.S.
Nei riguardi di Vignocchi […] la complessiva pena di 14 anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici, e 3 anni di vigilanza speciale della P.S..
Nei riguardi di Spinelli, per il reato di cospirazione la pena di 15 anni di reclusione, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e 3 anni di vigilanza speciale della P.S., per il reato d’istigazione la pena di 10 anni di reclusione, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e 3 anni di vigilanza speciale della P.S..
E poiché lo Spinelli al momento dei fatti da lui commessi era maggiore degli anni diciotto e minore degli anni ventuno, a lui compete il beneficio della diminuente di cui all’art. 56 C.P. E procedendo al cumulo giuridico delle dette pene, a norma dell’art. 68 C.P., si perviene alla complessiva pena di 16 anni ed 8 mesi di reclusione, oltre l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e 3 anni di vigilanza speciale della P.S.

Pqm [etc.]

Roma, 6.4.1928 – Anno VI.

[in Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, decisioni emesse nel 1928, I, 1981, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico]

p.s. come noto Altiero Spinelli è stato membro della Commissione Europea dal 1970 al 1976 e parlamentare europeo dalla prima elezioni del 1979 fino alla sua morte nel 1986.

La Corte Suprema di Cassazione (2 Sez. Pen.) con sentenza emessa il 24.4.1972 ha dichirato la giuridica inesistenza della sentenza emessa dal T.S.D.S. in data 6.4.1928 nei confronti di Parodi, Vignocchi e Spinelli.

© Riproduzione Riservata

Ti è piaciuta questa storia? Leggine altre sul tema, e non dimenticare del nostro libro

67. La tosatura di una donna fascista (1947)
67. La tosatura di una donna fascista (1947)

Una brutta pagina di storia: quando dopo la Liberazione un intero paese costrinse il comando partigiano a rasare pubblicamente...

Leggi tutto
65. L’Otto Settembre (1943)
65. L’Otto Settembre (1943)

Alle 19:42 dell'otto settembre 1943 Badoglio annuncia alla radio l'entrata in vigore dell'armistizio sottoscritto con Gli Stati Uniti pochi...

Leggi tutto
70. L’oro di Dongo (1947)
70. L’oro di Dongo (1947)

Il 27 Aprile 1945 una colonna di 38 autocarri tedeschi venne fermata dai partigiani di Dongo. Vi discesero Mussolini...

Leggi tutto
58. Altiero Spinelli, Ventotene e l’Europa (1928)
58. Altiero Spinelli, Ventotene e l’Europa (1928)

Altiero Spinelli, Ventotene e l’Europa (1928) I tempi che viviamo sono quello che sono. A volte ci sembra di...

Leggi tutto
46. Alcide De Gasperi e il tentativo di espatrio clandestino (1927)
46. Alcide De Gasperi e il tentativo di espatrio clandestino (1927)

La vicenda dell'arresto di De Gasperi e la sentenza che ne derivò.

Leggi tutto
41. La pericolosa giornata del Primo Maggio (1925)
41. La pericolosa giornata del Primo Maggio (1925)

Il Primo di Maggio è la Festa Internazionale dei Lavoratori. Si celebrano, praticamente in tutto il mondo, le lotte...

Leggi tutto
39. Il Delitto Matteotti e l’Inesistenza Giuridica delle Sentenze Fasciste (1944)
39. Il Delitto Matteotti e l’Inesistenza Giuridica delle Sentenze Fasciste (1944)

“E tutti sappiano che non è capriccio di persona,che non è libidine di Governo, che non è passione ignobile,ma è...

Leggi tutto
27. Sulla difesa della Razza (1939)
27. Sulla difesa della Razza (1939)

No, mi dispiace. La nostra unione non sa da fare, mi è stato vietato in quanto danneggia lo Stato.

Leggi tutto

Leggi anche

89. Lo scippo di orecchini (1922)
33. Nel Segreto dell'Urna (1952)
19. Quando la Madonna appare (1896)
5 Settembre 1938 - I Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista
Previous Post59. Ascari (1927)
Next Post57. La Tazza del Piacere (1906)

Random Posts

Leggi anche:
  • 8. Viandanti e oggetti “smarriti” in albergo (1905)
  • 55. Il Campanile di Asiago (1901)
  • La legge con cui le signorine del telegrafo diventarono signore
  • Quando nel 1998 Mattarella propose la rielezione di Scalfaro al Quirinale
  • 23 Gennaio 1912 – Viene firmato il primo trattato internazionale sulle droghe

Iscriviti alla nostra Newsletter. Contenuti esclusivi ogni martedì

Contatti

Scrivici a:

info@massimedalpassato.it

Reg. Trib. Milano n. 113/2020, direttore responsabile Pasquale Tammaro

ISSN 2724-3656

(c) Le Lucerne S.r.l. Via Montecatini, 14, 20144 – Milano, P.IVA 11224540960

Privacy Policy - - Realizzato con ❤️ da Trame Digitali