Il 5 luglio 1935 il Presidente Franklin D. Roosevelt firmò il National Labor Relations Act (“NLRA”), anche detto Wagner Act dal senatore che lo promosse.
La legge aveva il proposito di ridurre la disparità di potere contrattuale tra datori e lavoratori, riuscendo in effetti a svecchiare le dinamiche dei rapporti di lavoro negli Stati Uniti. Introdusse la libertà di organizzazione e contrattazione collettiva per i dipendenti del settore privato, vietò le pratiche restrittive da parte degli industriali e istituì il National Labor Relations Board, incaricato di perseguire le violazioni di diritto del lavoro e di sorvegliare il processo con cui i lavoratori decidono se farsi rappresentare da un sindacato o meno.
Fu una delle riforme più significative del New Deal di Roosevelt e tra le più osteggiate dai Repubblicani e dagli industriali. La American Liberty League spronava i datori di lavoro a disapplicare la legge in quanto espressione di “sforzi socialisti” lesivi della libertà americana, e si impegnò nella campagna per la sua abrogazione.
I datori di lavoro seguirono il suggerimento, ignorando le disposizioni del NLRA in segno di ribellione. Si può dire infatti che la legge produsse i suoi effetti solo a partire dal 1938, grazie alle numerose prove di forza dei lavoratori e alla sentenza NLRB v. Jones & Laughlin Steel Corp, con cui la Corte Suprema aveva dichiarato la costituzionalità dello statuto nel 1937.