E così anche quest’anno, ci siamo!
La settimana più attesa dell’anno per i giovini e le giovinette milanesi, con i suoi eventi, i suoi drink gratis, gli stranieri, le straniere, la stanze a 1000 euro a settimana (o forse di più?), il trambusto in Zona Tortona, i miei improperi che ci abito e che a un certo punto devo anche alzarmi a un orario decente la mattina, e tutto il ben noto cerimoniale che accompagna la Design Week, che invece poco niente credo interessi a chi non è “della zona” (lieto di essere smentito).
Visto che io invece ci sono dentro fino al collo, ho pensato a questo post celebrativo, un po’ diverso dal solito.
Dovete sapere che l’idea di tutelare il design dei prodotti non è proprio recente. La prima legge italiana a tutela dei “disegni o modelli di fabbrica” risale al 30 agosto 1868. Ce l’ho appesa in un quadretto in ufficio questa vecchissima legge. Prevedeva una tutela di due anni a seguito della registrazione del disegno.
Ora però non voglio troppo dilungarmi sul dato normativo, ché ci sarebbe tanto da dire e da spiegare su cosa si intendeva allora per “disegno o modello di fabbrica”, sui “modelli ornamentali”, sulle leggi successive, le riforme, i regolamenti, etc. Ma non siamo qui per questo.
Sono andato a spulciarmi i documenti scansionati tra le pagine più recondite del sito del ministero dei beni culturali, per pescare per voi, miei fedeli lettori, alcune delle registrazioni di design che più mi hanno colpito depositate tra il 1880 e il 1921. Anche questi sono veri e propri documenti storici che raccontano come eravamo e come vivevamo, cent’anni fa.
Ecco di seguito la mia personalissima selezione di 20 modelli, col corredo delle splendide immagini originali:
1. Costume per signora (1921)
Parli di Milano, di design e pensi non solo al mobile, ma anche alla moda e ai vestiti per signora.
Ecco qui un bel vestito direttamente dal ruggente 1921, depositato dalla Ditta Gori di Torino.
Il modello è così descritto “Il presente modello di fabbrica ha per oggetto un costume da signora, costituito da una cosidetta “Robe” in lana e crêpe georgette in qualsiasi tinta, avente forma a guaina, di lana ricamata, aderente alla vita. Da una parte a sinistra un drappeggio di crêpe georgette, ricamato come la lana, scende fino al fondo. Le maniche larrghe di crêpe georgette sono chiuse al polso da un braccialetto dello stesso tessuto“.
2. Macchina per scrivere (1919)
Ecco qui invece un bel esemplare di design di una macchina da scrivere, depositato in Italia nel 1919 dalla Underwood Typesswriter di New York.
3. Calzatura da riposo (1917)
Signori e signori, guardate che bella pantofola! Sembra proprio quella che va di moda oggi, invece il suo design risale a più di cento anni fa. Era stata depositata dalla Ditta Calzaturificio Casalegno.
Nella descrizione si legge che la calzatura è “specialmente conveniente per i militari“.
4. Bambola (1913)
Non potevano mancare i giocattoli. Ce ne sono di tantissimi tipi, pupazzi in stoffa, oggetti strambi, aggiustamenti al gioco degli scacchi, ma mi ha assai colpito questa “bambola”. Chissà se ha avuto successo ai tempi.. Era stata depositata nel 1913 dalla Geo. Borgfetst & Co. Aktiengesellshaft. Si vede il tocco tedesco..
Anche la descrizione è piuttosto inquietante: “la bambola in parola presenta un corpo tozzo e grosso, ventre e testa grossissima in paragone al busto al quale si attacca quasi direttamente senza collo […] Le braccia, attaccate ai fianchi del busto, sono molto corte e le loro estremità rigonfie sono leggermente intagliate in modo da far sporgere cinque punte corrispondenti alle dita […]”.
5. Costume da bagno (1912)
Questo è invece un arditissimo costume da bagno per signore, disegnato nel 1912 dalla austriaca Stephan Schindler. Per i bikini si sarebbe dovuto aspettare la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Imperdibile la descrizione: “Questo modello di fabbrica si riferisce ad un costume da bagno per signora in stoffa a maglia, nel quale la sottana e i calzoni sono regolarmente tessuti in un pezzo solo […] nella figura 2 il costume è rappresentato con la sottana rialzata per poter vedere la disposizione dei calzoni“.
6. Candelabro in ferro e ghisa per illuminazione stradale (1911)
Come sappiamo le lampade sono tra i più ricercati oggetti di design. Questo è un ottimo lampione registrato nel 1911 dalla Compagnia Anonima Continentale di Milano. Stupendo.
Ecco come è descritto: “un nuovo tipo di candelabro a cetra per la sospensione di una fonte luminosa, per l’illuminazione stradale, consistente in una colonna di sezione orizzontale circolare, completamente in ghisa, con ornamenti in rilievo, aventi fissato alla cima una cetra in ferro con ornati in ghisa, per la sospensione della fonte luminosa“.
7. Cappello da spiaggia o da campagna tascabile (1909)
Se siete amanti delle gite da diporto, non potete farvi mancare questo cappello. Assurdo che nel 1909 questa forma così banale fosse proteggibile! Ma la signora Anna Bucci, titolare della registrazione, avrà avuto un buon ascendente sull’ufficio (si scherza).
La descrizione, vergata di proprio pugno dalla signora Bucci, spiega che il cappello “è con falda doppia ovale, alla cui estremità è tesa una molla in acciaio di millimetri due in spessore“.
8. Banco scolastico (1909)
Passando ai mobili veri e propri, mi ha molto stupito questa registrazione. Uno, perché mi pare davvero curioso proteggere un banco per la scuola, due perché mi ricorda molto una panca di chiesa. Però è spettacolare, non trovate?
La descrizione è ancora meglio: “Il banco scolastico a due posti è a sedile mobile, di costruzione semplice e solida. Esso è tutto in legno, formato alla base da due traverse (a) congiunte da un regolo (b) sul quale poggia assicella porta-piedi […] Lo scrittoio è formato da due sponde sagomate fisse all’estremità anteriori delle traverse; sopra di esse poggia il piano il quale è per 1/6 della sua lunghezza orizzontale e per il rimanente inclinato del 18% […]”.
9. Nuovo tipo di borsetta per signora (1908)
Non ci facciamo mancare niente. Guardate questa borsetta del 1908, registrata da Alfredo Colombo. Sarà stata anche nuova, ma ho qualche dubbio che ne andassero pazze le milanesi.
Sembrava pero abbastanza capiente a giudicare da come era descritta (fin troppo nel dettaglio): “caratterizzata dal contenitore internamente un borsellino per riporre gli oggetti minuti, quali i biglietti da visita o le valute per le spese, mentre la parte maggiore è destinata ad accogliere fazzoletti, guanti, piccoli pacchi […]”.
10. Caffettiera (1907)
La Bialetti ha inventato la celebre moka nel 1933. Per cui nel 1907 bisognava accontentarsi di forme meno elaborate. Chissà come veniva il caffè di questa caffettiera della società austriaca La Manufacture de Metaux à Berndorf Artuhr Krupp (conoscete le loro posate?).
Naturalmente la descrizione nulla ci dice sul funzionamento di questo oggetto, ma solo che: “le caratteristiche di forma della caffettiera consistono in modo speciale nella ornamentazione del piedestallo, del manico e del coperchio, ornamentazione fatta a base di modanatura e da foglie di ricoprimento simmetricamente disposte“.
11. Letto da campo a valigia (1906)
E proseguendo il nostro viaggio nel tempo (rigorosamente a ritroso) incontriamo nel 1906 uno dei miei preferiti: il letto da campo a valigia di Alessandro Pedersoli. Il disegno è un’opera d’arte, c’è persino l’illustrazione dell’utente con il letto/valigia in mano e poi comodamente disteso su di esso. Scusate, ma perché non ne fanno più?
La descrizione è un po’ complessa, ma proprio per questo assai interessante: “Il letto da campo a valigia è costruito in ferro e ha in tutta la sua lunghezza una tela avente nei suoi lati occhielli speciali d’ottone In detti occhielli passa una cordicina, che a sua volta passando in appositi golfaretti riposti in giro al perimetro superiore del letto dà facilità di rinnovare o lavare la tela. Il letto viene verniciato in qualsiasi colore […]”.
12. Crocifisso (1905)
Forse al limite della blasfemia la registrazione dei francesi Paul Girod e Henri Rambaud di Lione.
“Il modello consiste nella figura del Cristo su una croce latina avente gli angoli allargati, arrotondati e intagliati a fogliami; il cui recto porta inoltre delle ornamentazione incise su tutta la faccia. In alto un cartello rettangolare incassato colla inscrizione in rilievo – Jesus Narazenus Rex Judeaeorum – […]”.
13. Letto per folli con elastico speciale a lama d’acciaio (1902)
Ancora il mio preferito, Pedersoli, questa volta con un geniale congegno per tenere fermi i matti a letto.
Nella descrizione si legge che “[…] L’elastico è composto d 7 o 8 lamine o anche più, a seconda della larghezza del letto, tali lamine sono d’acciaio della lunghezza da metri 1.80 a 2 metri e di forma leggermente centinata onde darle una elasticità senza limiti e inalterabile […] L’elastico in parola offre solidità e comodità, nonché tutti i vantaggi dell’igiene moderna“.
14. Carrozzella da bambini (1902)
Oggi vanno di moda passeggini che sembrano astronavi. I nostri bisnonni invece – quelli benestanti eh – usavano invece modelli come quello registrato da Alessandro Pierantoni nel 1902. Quant’è bello?
“La carrozzella da bambini per la quale si chiede il modello di fabbrica, si compone di due parti ben distinte e cioè del truck e della cassa […]. Il truck si compone di due longerine disposte parallelamente una all’altra alle cui estremità sono fissati i due assi montati, le cui ruote sono identiche a quelle dei velocipedi […]”.
15. Nuovo tipo di cravatta (1900)
Se a qualcuno dovesse capitare di vedere in giro una cravatta come questa del 1900, mi avvisi perché è mia intenzione acquistarla e indossarla.
La cravatta è opera di Antonio Apostolo, che così la descrive: “Oggetto della privativa è una cravatta che ha l’aspetto di una cravatta di pekin, chè così si chiama una stoffa spolinata, la quale nel tessimento viene munita sui due bordi laterali di orli formati di un altro tipo di stoffa che differisce da quella che forma la parte centrale del tessuto, sia pel colore soltanto, sia anche per l’armatura e eventualmente per la natura della fibra tessile […]“.
16. Mutoscope (1899)
Ci affacciamo nel XIX secolo con il design del Mutoscope registrato da William Thomas Smedley.
Se vi state chiedendo di che razza di aggeggio si tratti, beh sappiate che: “è una cassa di forma speciale che serve a contenere un apparecchio denominato Mutoscope il quale coll’introduzione di una moneta in apposta apertura presenta all’osservatore una rapida successione di figure, tale da produrre in lui l’impressione che queste siano in movimento, come sarebbe in un cinematografo“.
17. Biscotto souvenir (1898)
Molto appetitoso sembra anche questo biscotto della Ditta D. Lazzaroni & C. del quale era stata protetta la particolare “incisione”.
“Il nuovo modello ha forma rettangolare ed è circoscritto da una cornice a filettatura in rilievo, entro alla quale corre lungo i suoi quattro lati un fregio ornamentale costituito da ramoscelli e foglie. Nello spazio centrale un puttino alato disposto sul lato sinistro tiene tra le mani una fascia a risvolte svolazzanti nella quale figura a caratteri da stampa minuscoli la parola “Souvenir“ […]”.
18. Pallone Rosa (1898)
No, non è un pallone di colore rosa, è proprio un pallone a forma di rosa. Non sembra per la verità invitare tanto al giuoco.
Si trattava di un “pallone di gomma foggiato e colorito in modo da imitare perfettamente una rosa. Tale pallone è destinato ai giuochi dei fanculli: le sue caratteristiche consistono appunto nella perfetta similazione della Rosa“.
19. Bottiglia Campari (1888)
Finalmente qualcosa di serio! Pensate, la Ditta G. Campari – Fratelli Campari a Milano protegge le forme delle proprie bottiglie fin dal 1888 (e anche prima). Cosa c’è di più milanese e aperitivoso?
“Una bottiglia di vetro avente un corpo cilindrico, al di sopra del quale vi è un collo formato con due rigonfiamenti e terminato da un labbro piatto leggermente conico. Nella parte superiore e nella parte inferiore del corpo cilindrico suddetto è disegnata una greca in rilievo, racchiusa in una specie di nastro formato da due bordi pure in rilievo al di sopra e al disotto della greca stessa. Nello spazio compreso fra le due greche sono impressi in rilievo in due righe le parole G. Campari – Milano“.
20. Palizzata o chiudenda per ajuole, poderi, strade ferrate, etc. (1874)
E giungiamo infine al più vecchio e al più bello di questa lista. Quanta poesia c’è, fin dal titolo del modello? Incredibile a dirsi, si tratta di nient’altro che una staccionata.
La descrizione questa volta, per quanto intuitiva, è proprio difficile da decifrare. Quindi vi lascio in regalo l’originale
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Certo quindi di aver fatto cosa gradita, porgo a tutti cordiali saluti e felici auspici di buona settimana del design!
P.s. tutto il materiale che trovate in questo post è stato da me recuperato sul sito acs.beniculturali.it. Divertitevi pure a setacciarlo come ho fatto io. State attenti però perché non c’è nessun elemento in lista che corrisponde alle immagini scaricate una volta fatto clic. Recuperare questi 20 modelli è stato come cercare il classico ago nel classicissimo pagliaio. Sto ancora cercando il vaso da cesso del 1903. Appena riesco…
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