29 aprile 1955 – Gronchi eletto Presidente della Repubblica
Giovanni Gronchi ottenne le chiavi del Quirinale il 29 aprile 1955 al quarto scrutinio con il favore di 658 voti su 883. Gronchi era Presidente della Camera, e la sua candidatura fu il risultato di una proposta provocatoria delle correnti opposte al segretario Dc, Fanfani, che puntava sul Presidente dell’opposto ramo del Parlamento, Cesare Merzagora.
Un’elezione, quindi, che nacque sotto la stella di un duello all’arma bianca tra due personalità agli antipodi, ma molto stimate: chi per la sua intraprendenza politica (Gronchi) e chi per il suo equilibrio istituzionale (Merzagora).
Gronchi fu il primo inquilino del Quirinale a tentare di rompere gli schemi e politici e istituzionali che si andavano componendo dopo i primi anni di vigenza dell’assetto costituzionale.
Già dal suo discorso d’insediamento dell’11 maggio fece intendere un approccio “interventista” nelle questioni di politica estera, economica e industriale (nota fu la sua grande amicizia con il fondatore dell’ENI, Enrico Mattei).
Video dell’insediamento di Gronchi
Nella sua visione, il ruolo del Capo dello Stato doveva essere “viva vox Constitutionis”, parafrasando Piero Calamandrei, e nella pratica avvicinarsi al “semipresidenzialismo”, nato in Francia sotto l’egida politica di Charles De Gaulle. Questo progetto politico sarebbe potuto passare nelle sue intenzioni tramite un’interpretazione estensiva dei suoi poteri (basti pensare alla nomina del Governo Tambroni in netto contrasto con le forze politiche di maggioranza in Parlamento).
Il sistema partitico, tuttavia, proprio in quegli anni rafforzò la sua egemonia, facendo naufragare i propositi di Gronchi. In quel frangente storico si sviluppò in maniera cruciale gran parte della futura storia costituzionale italiana, provocando verso il Presidente una significativa disillusione verso la transizione a un modello presidenziale più vicino a quello d’Oltralpe. Ma il vero colpo di spugna della “partitocrazia” si ebbe con un celebre episodio, divenuto poi “gag” (e censura?) per il duo Tognazzi-Vianello.
Il 23 giugno 1959 il Presidente è alla Scala di Milano proprio con De Gaulle, in occasione della visita istituzionale del presidente francese. Al termine dell’esecuzione degli inni nazionali dei due Paesi, Gronchi nel tentativo di sedersi rovina a terra, probabilmente a causa di una distrazione di un suo collaboratore in diretta televisiva nazionale! Il problema, però, fu che tutto ciò avvenne proprio di fianco all’idolatrato collega francese e dinnanzi al primo nemico giurato del Presidente, Merzagora, che si poté prendere una piccola rivincita sulla gaffe involontaria del rivale. Insomma, un mancato punto d’appoggio per una mancata “presidenzializzazione”!
Il video della caduta di Gronchi alla Scala
Il video della “gag” del duo Tognazzi-Vianello
