Il secondo Governo La Marmora succede al Governo Minghetti, dimissionario per la strage di Torino.
Il Generale Alfonso Ferrero della Marmora aveva già ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno di Sardegna nel 1859.
Protagonista della Prima guerra di indipendenza, riformatore dell’esercito piemontese e comandante della spedizione in Crimea nel 1855, Ministro della guerra durante la Seconda guerra di indipendenza, fu lui – per evitare lo scoppio di una guerra con la Francia – a fermare Garibaldi sull’Aspromonte mentre era diretto a Roma. Di rigore inflessibile nella lotta al brigantaggio, si oppose alla convenzione di settembre che aveva dato luogo alle proteste di Torino finite in strage.
Ma, per quel che ci interessa, durante il Governo La Marmora, con le leggi 20 marzo e 20 aprile 1865 fu attuata l’unificazione amministrativa e del Codice civile. Non quella penale, dato che deputati e senatori si scontrarono sulla pena di morte.
Qui di seguito la composizione del Governo La Marmora II:
- Presidente del Consiglio dei Ministri – La Maromora
- Affari Esteri – La Marmora
- Agricoltura, Industria e Commercio – Luigi Torelli
- Finanze – Quintino Sella
- Grazia e Giustizia e Culti – Giuseppe Vacca / Paolo Cortese
- Guerra – Agostino Petitti Bagliani di Roreto
- Interno – Giovanni Lanza / Giuseppe Natoli / Desiderato Chiaves
- Lavori Pubblici – Stefano Jacini
- Marina – La Marmora / Diego Angoiletti
- Pubblica Istruzione – Giuseppe Natoli
Il governo resterà in carica fino al 31 dicembre 1865.