La città di Reggio Emilia ha un rapporto del tutto particolare con il tricolore italiano, fu qui che durante una seduta del congresso della Repubblica Cispadana, formata dalle provincie di Reggio Emilia, Modena, le ex legazioni pontificie di Ferrara e Bologna, si adottò per la prima volta la bandiera tricolore (rosso, verde e bianco) che in futuro sarà la bandiera italiana.
Il periodo storico che va dalla fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX è un momento di fondamentale importanza per tutti gli avvenimenti che si susseguiranno sul continente europeo e non solo. La Rivoluzione francese rappresenta una sorta di spartiacque, non soltanto per la periodizzazione storica, ma anche per l’importanza e per l’eco che ebbe. Fu un evento di importanza epocale: la monarchia che da secoli dominava la Francia venne abbattuta e al suo posto nacque la Repubblica. Senza soffermarsi su tutte le particolarità e le contraddizioni del caso, basti sapere che indirettamente la Rivoluzione mise in moto in tutta Europa un processo che non si sarebbe più arrestato, al di la della guerra e della devastazione che in quegli anni scossero il Vecchio continente, le istanze rivoluzionarie e repubblicane si diffusero a macchia d’olio. In particolar modo, in Italia la situazione politica mutò rapidamente, per vicinanza geografica alla Francia e soprattutto perché ivi passarono direttamente le truppe guidate da un giovane generale, Napoleone Bonaparte.
Nell’ottobre del 1976 fu organizzato un congresso a Modena, il quale riuniva le città di Modena stessa, Reggio Emilia, Ferrara e Bologna, dove si decise che proprio le quattro provincie avrebbero formato la Confederazione Cispadana. Tale congresso fu indirettamente suggerito da Napoleone, il quale aveva attraversato l’Italia centrale con il suo esercito nei primi mesi dello stesso anno e che aveva reso indipendenti quelle città dai vecchi governi. Successivamente, in una seconda riunione tenutasi circa due mesi dopo, il 23 dicembre, gli stessi rappresentanti delle delegazioni cittadine presero la decisione che la confederazione sarebbe diventata da lì in poi la Repubblica Cispadana, la cui costituzione venne modellata su quella francese del 1795 e sarà pubblicata nel 1797 al termine di un nuovo congresso che si aprì il 27 dicembre, il tutto sotto suggerimento (per volontà) di Bonaparte.
Le sedute di queste riunioni furono molto laboriose, non prive di discussioni e divisioni importanti, soprattutto per quel che riguarda i dissidi tra Reggio stessa e Modena, che fin dall’inizio si contesero l’organizzazione nella propria municipalità, senza tralasciare il fatto che i bolognesi spingevano per una stesura della costituzione che ricalcasse bene o male la sua. Alla fine, venne deciso che il congresso si sarebbe tenuto, o meglio aperto, il 27 dicembre del 1796, nel salone del municipio di Reggio progettato da Bolognini, che proprio per questo che fu ribattezzato, successivamente, “sala de congresso centumvirato” o “sala patriottica”; perché qui i delegati preseduti da Carlo Facci approvarono la carta costituzionale della Repubblica Cispadana.
Tra le discussioni più importanti che vennero prese nella sala patriottica di Reggio vi fu quella per la scelta dell’emblema della neonata repubblica. Fu Giuseppe Compagnoni che avanzò la proposta di adottare una bandiera nazionale che avesse come colori il verde, il bianco ed il rosso, proprio per questo viene ricordato tutt’oggi come “padre del tricolore”. La decisione del congresso di adottare tale bandiera fu salutata con estremo entusiasmo, tale che la sala gremita dai delegati esplose in scroscianti applausi. Fu un evento che, per quanto oggi possa sembrare scontato, è decisamente importante, città che per secoli erano state rivali e addirittura nemiche, si identificavano ora in un unico popolo ed un unico simbolo identitario comune: la bandiera tricolore. Interessante fu il dibattito attorno al terzo colore che la bandiera avrebbe dovuto avere. Se infatti il bianco ed il rosso furono decisi quasi all’unanimità, quella per il verde non fu scontata, infatti la frazione dei giacobini italiani spingevano per un azzurro in omaggio alla bandiera francese, mentre i delegati più vicini al papato proposero per un giallo che ricalcasse quello del vessillo dello Stato Pontificio. Fu infine scelto il verde come sorta di compromesso tra questi due schieramenti. Probabilmente la scelta di tale colore fu ispirata dal vessillo militare tricolore verde, bianco e rosso della Legione Lombarda.
Dal verbale della riunione del 7 gennaio 1797 del congresso della Repubblica Cispadana: «[…] Dal verbale della Sessione XIV del Congresso Cispadano: Reggio Emilia, 7 gennaio 1797, ore 11. Sala Patriottica. Gli intervenuti sono 100, deputati delle popolazioni di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Giuseppe Compagnoni di Lugo fa mozione che si renda Universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori, Verde, Bianco e Rosso e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti. Vien decretato. […]».
© Riproduzione Riservata