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Alberto Trabucchi nacque il 26 luglio 1907 a Verona. Si laureò in giurisprudenza all’Università di Padova, università della quale sarebbe diventato poi professore emerito, insegnandovi  diritto civile ininterrottamente per quarant’anni.

Proprio a Padova imboccò la strada accademica, dopo la laurea, come assistente presso la cattedra di filosofia del diritto. Una volta professore, si spostò a Ferrara e Venezia, per poi tornare a Padova nel 1962, questa volta presso la cattedra di diritto civile. Tra i più celebri civilisti italiani, il suo nome è infatti legato alle Istituzioni di diritto civile (1994), punto di riferimento per la scienza del diritto privato italiana. Fondò, inoltre, e diresse la Rivista di Diritto Civile e Giurisprudenza Italiana.

Una branca del diritto civile che lo interessò particolarmente fu il diritto di famiglia, per il quale si spese specialmente a seguito delle riforme degli anni ’70, ideando il Commentario alla riforma del diritto di famiglia (1976-77) e redigendo il nuovo Commentario al diritto italiano della famiglia (1992-93). Scrisse anche in tema di filiazione, adozione, successioni, ma anche di beni e proprietà: vanno infatti ricordati i suoi saggi La stima dei beni e criteri legali di valutazione (1953) e Il rinnovato riconoscimento legislativo del “maso chiuso” (1954).

Fu anche un grande esperto di diritto comunitario, come testimonia il suo Codice delle comunità europee (1962) e  i saggi Per una visione sistematica del diritto comunitario (1967) e Un nuovo diritto (1963). Dal 1962 fu giudice dell’Alta Corte di giustizia della Comunità Europea, di cui divenne Avvocato Generale nel 1970.

Fu inoltre socio dell’Accademia dei Lincei, e presidente dell’Accademia di Verona, Padova a Ferrara.  

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