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25 Dicembre 800 – Carlo Magno viene incoronato Imperatore a Roma da papa Leone III

By Redazione

December 25, 2021

Non passarono molte generazioni prima che la dinastia carolingia riuscì a scalare le gerarchie all’interno del regno franco, da maggiordomo (maior domus) o maestro di palazzo divennero i sovrani. All’interno di questo processo vi furono alcuni momenti di fondamentale importanza: nel 687 Pipino II di Heristal divenne di fatto l’unico maestro di palazzo dei tre regni (il regno dei franchi era diviso in tre macro regioni); nel 732 Carlo Martello riuscì a respingere l’offensiva araba a Poitiers, cosa che gli conferì il ruolo di difensore della cristianità e, cosa più importane fu l’inizio di importanti relazioni bilaterali con il papato di Roma; nel 751 Pipino il Breve depose l’ultimo re della dinastia merovingia con il tacito assenso del papato e la benedizione del vescovo Bonifacio, fatto che verrà ribadito tre anni dopo quando direttamente il papa Stefano II lo consacrò con l’olio santo. Di fatto il papa era giunto in Gallia per cercare aiuto contro il re longobardo Astolfo, che aveva da poco occupato l’esarcato bizantino e minacciava direttamente Roma. La consacrazione di Pipino ebbe un ruolo quanto mai simbolico all’interno del mondo cristiano, i franchi erano divennero i difensori del papato.

Morto Pipino il regno fu diviso tra i due figli, Carlo e Carlomanno, ma la prematura dipartita di quest’ultimo consegnò il regno e i titoli a Carlo nel 768. Il nuovo rex Francorum proseguì la politica espansionista iniziata dal padre e condusse molte guerre che si risolsero in modo favorevoli per i franchi contro gli avari, i sassoni, la spedizione di Spagna e, soprattutto la conquista del regno longobardo.

Questa rappresenta un episodio a parte nel quadro dell’espansionismo franco, di cui i presupposti sono da ricercare nella fitta trama di relazioni che la dinasta carolingia cucì con il papato nel corso delle generazioni, per cui ogni passaggio sopra citato diventa di fondamentale importanza ai fini della macro trama. Lo scacchiere geopolitico del continente vedeva il regno longobardo schiacciato tra l’ascesa dei franchi e il papato, che di fatto avevano siglato un’alleanza. Per fermare l’avanzata dei carolingi Desiderio, re dei longobardi, spinse per fare sposare Carlo con sua figlia, stipulando in questo modo una sorta di alleanza, per quanto difficile, tra i due regni. Effettivamente, la mossa di Desiderio non ci mise molto ad andare in frantumi, nel 771 venne eletto papa Adriano I, fortemente anti-longobardo, cosa che indusse alla reazione lo stesso Desiderio, che marciò su Roma dopo avere occupato le città di Marche e Umbria. Adriano invocò l’aiuto di Carlo, il quale, ripudiata la moglie, mosse contro i longobardi, li sconfisse in campo aperto e mise sotto assedio la capitale del loro regno, Pavia, che cadde nel 774. Oltre che re dei franchi anche il titolo di rex Longobardorum si aggiunse alla corona dei carolingi.

La conquista del regno longobardo fu un momento fondamentale per l’alleanza papato-franchi; Carlo poté in questo modo completare quel processo di legittimazione iniziato da Pipino e che gli avrebbe conferito una grandiosa forza politica e maggiore coesione all’interno del suo regno, che ormai includeva diverse popolazioni, tenute insieme dalla comune religione e dal riconoscimento di un unico re. Per questo fu di enorme importanza, anzi fondamentale la sua incoronazione a Imperatore.

Nel 799 il nuovo papa, Leone III, fu costretto a lasciare Roma, contestato e criticato dall’aristocrazia romana, accusato di spergiuro e comportamento scandaloso, fu rinchiuso nel monastero di Sant’Erasmo. Proprio quest’ occasione diede a Carlo la possibilità di fare il colpo grosso: mandò una delegazione che liberasse il papa per ricondurlo a Roma, dove lo raggiunse nel novembre dell’800 al fine di presiedere un tribunale che lo riabilitasse.

Due giorni dopo la riabilitazione, durante la celebrazione del Natale, nella basilica di San Pietro, il papa poneva la corona sul capo di Carlo, acclamandolo “grande e pacifico imperatore dei romani”. Il sovrano esercitava già un solido controllo all’interno del suo dominio, ma la promozione a Imperatore viene interpretato dalla storiografia come un evento propagandistico, volto a rafforzare il ruolo che Carlo già nei fatti esercitava. Nella visione del neo imperatore e dei contemporanei, l’Impero che aveva costruito si poneva in continuità con quello romani d’Occidente (anche se non ne ricalcava i confini) e soprattutto cristiano, difensore della Chiesa e tutore della pace. Fu questa la visione simbolica che si ebbe dell’evento e per questo è così importante all’interno della storia medievale.

Ormai il dominio di franco era fortemente nutrito di aspirazioni universalistiche, destinate in futuro a porsi in concorrenza con il papato: all’imperatore era affidata la guida e la difesa del regno, mentre al papa spettava il compito di sostenere con la preghiera la missione imperiale.