Il 22 agosto 1864 veniva firmata da 12 Stati europei la Prima Convenzione di Ginevra “per il miglioramento delle condizioni dei feriti delle forze armate in campagna”.
Si trattava di un periodo critico per la storia politica e militare d’Europa. Se oltre Oceano la Guerra Civile Americana infuriava dal 1861 e avrebbe fatto scontare quasi 800mila morti, la situazione sul teatro europeo era stata relativamente tranquilla sin dal tempo del Congresso di Vienna, eccettuate alcune repressioni di moti popolari. Certo, la Guerra di Crimea del 1853-1856 aveva fatto comprendere che i tempi erano cambiati, ma questo conflitto si spandeva in un territorio lontano e semi-inaccessibile. Le cose furono diverse con la Seconda Guerra di Indipendenza Italiana del 1859: il teatro bellico del nord Italia era facilmente raggiungibile da tutta Europa: tanto facilmente che i campi di battaglia si riempirono anche di viaggiatori curiosi.
Uno di questi era il ginevrino Henri Dunant, che assistette personalmente alla Battaglia di Solferino-San Martino del 24 giugno, combattuta dalle armate franco-piemontesi contro quelle austriache. Sul campo di battaglia vennero lasciati 40mila soldati feriti a causa della mancanza di strutture, medici e accordi per tregue necessarie a inviare gli infermieri.

Dunant rimase tanto sconvolto da scrivere un libro in proposito, Un Souvenir de Solferino, stampato a sue spese nel 1862. Nel testo invocava a gran voce la convocazione di una conferenza internazionale per regolare in periodo di pace il diritto umanitario di guerra. Poco dopo, nel 1863, fondò il Comitato della Croce Rossa Internazionale, il cui simbolo è volutamente i colori speculari della bandiera Svizzera.
Se la Croce Rossa riconosceva che “è compito primario e responsabilità di una nazione la salvaguardia della salute e del benessere fisico del suo popolo”, ribadiva che ci sarebbe sempre stato bisogno, in particolare in tempo di guerra, “di associazioni di volontari per aiutare le autorità ufficiali incaricate di questi compiti in ogni paese”. Per assicurare che la missione della Croce Rosse fosse comunemente riconosciuta, c’era bisogno di un corpo normativo che regolasse le sue attività e quelle delle parti belligeranti.
Solo un anno dopo, il governo Svizzero invitò tutti i governi d’Europa, oltre a Stati Uniti, Brasile e Messico, a partecipare a una conferenza diplomatica ufficiale sul tema. Risposero sedici paesi. Il 22 agosto 1864, nella Sala Alhambra del Municipio di Ginevra, venne adottata la Convenzione di Ginevra “per il miglioramento delle condizioni dei feriti delle forze armate in campagna”.
I dodici paesi firmatari originali furono: la Confederazione Elevetica, il Granducato del Baden, il Regno del Belgio, il Regno di Danimarca, il Regno di Spagna, l’Impero Francese, il Granducato di Hesse, il Regno d’Italia, il Regno dei Paesi Bassi, il Regno di Portogallo e Algarve, il Regno di Prussia e il Regno di Württemberg.
La Convenzione era formata da dieci semplici articoli.
L’articolo 1 prevedeva il riconoscimento della neutralità delle ambulanze e degli ospedali militari, come del loro personale (art. 2). In caso di sconfitta, il personale medico dell’esercito perdente avrebbe potuto continuare a curare feriti sul campo in alternativa alla ritirata (art. 3). I civili che soccorrono i feriti devono essere rispettati e avranno piena libertà d’azione; ogni ferito raccolto e curato in una casa sarebbe stato rispettato (art. 5). I militari feriti o malati sarebbero stati raccolti e curati, a qualunque nazione appartenessero (art. 6). E venne istituito un bracciale con croce rossa su campo bianco per distinguere le unità dedite alla cura dei feriti (art. 7).
A causa di certe ambiguità del testo e soprattutto dal rapido mutamento delle tattiche e della tecnologia bellica, gli articoli originali sono stati riformati ed espansi, principalmente tramite la Seconda Conferenza di Ginevra del 1906 e le Convenzioni dell’Aja del 1899 e del 1907, che estesero le protezioni alla guerra marittima. La versione del 1906 venne aggiornata e rimpiazzata da quella del 1929, la quale a sua volta ha subito la stessa sorte rispetto a quella del 1949, meglio nota come Atto Finale della Conferenza di Ginevra del 1949, suddiviso in quattro Convenzioni. È stato ratificato da 196 Stati.
Henri Dunant, per i suoi sforzi, fu il primo vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 1901.