Il 7 maggio 1884 nacque a Napoli Vincenzo Arangio Ruiz, illustre giurista e uomo politico italiano, il cui nome rivela le chiare origini spagnole.
Seguì, nell’intraprendere con passione gli studi accademici, le orme del padre, professore universitario e cultore di scienze giuridiche a sua volta. Laureatosi a soli vent’anni, Ruiz ottenne una cattedra dopo poco tempo, e fu professore a Camerino, Perugia, Cagliari, Modena, e dal 1821 nella sua amata Napoli, che però dovette lasciare nel 1945 perché chiamato a insegnare istituzioni di diritto romano a Roma. La sua conoscenza profonda del diritto romano, ma anche l’ampiezza dei suoi interessi sono testimoniate dalle sue opere, tra le quali ricordiamo Le istituzioni di diritto romano, La storia del diritto romano, La struttura dei diritti sulla cosa altrui, i tre volumi delle Fontes iuris romani anteiustiniani, La successione testamentaria, Le inscriptionps Siciliae, Le genti e le città, La compravendita. La sua singolare conoscenza anche della papirologia egiziana gli valse la nomina a professore dell’Università del Cairo ed a quella di Guizeh in cui insegnava nei mesi invernali.
In vita non fu dedito solo allo studio, e profuse un generoso impegno nei confronti della collettività, sia da politico, sia come presidente del Corpo dei Giovani Esploratori. Il Ruiz politico fu tra i promotori nel Mezzogiorno del partito liberale, che rappresentò nel CLN di Napoli e al Congresso di Bari. Dopo la guerra, sedette nella Consulta Nazionale; in seguito, fu più volte ministro. Era un appassionato difensore della centralità dell’iniziativa individuale, pur rifuggendo da concezioni eccessivamente liberistiche dell’economia. Si spese anche per la causa di una scuola libera ed indipendente, a cui si potesse accedere sulla sola base del merito.