giornopergiorno

2 agosto 1980 – La strage di Bologna

By Maria Giulia De Rosa

August 02, 2021

Erano le 10.25 di una calda mattina di agosto. Alla stazione di Bologna, in una sala d’aspetto, 85 persone morirono e 200 rimasero ferite.

Una valigia piena di 23 kg di tritolo era esplosa, lasciando dietro di sé solo un ammasso di detriti nel sangue.

Il treno Adria Express 13534 Ancona-Basilea, in sosta al primo binario e il parcheggio antistante erano stati colpiti in pieno.

La prima ipotesi a circolare fu che fosse scoppiata una caldaia, ma la ricostruzione non resse a lungo e presto ci rese conto che si trattava di un attentato terroristico. Il più grande del dopoguerra.

Dagli ospedali i medici chiesero rinforzi, i vigili del fuoco lavorarono senza sosta, i volontari si precipitarono sul posto.

Il Presidente Sandro Pertini con loro.

Il processo per la strage di Bologna è stato particolarmente complesso e lungo. Nel 1987 il primo grado, nel 1990 l’appello, che ribaltò la precedente sentenza, nel 1995 la decisione della Corte di Cassazione.

Come esecutori materiali sono stati condannati all’ergastolo gli ex militanti dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) Luigi Ciavardini, minorenne all’epoca dei fatti, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si dichiararono sempre innocenti, mentre l’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vennero condannati per il depistaggio delle indagini a dieci anni.

Per anni i familiari delle vittime hanno però chiesto di conoscere i veri mandanti dell’attentato. Era il tassello mancante.

Ora quattro nomi ci sono: Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato, Mario Tedeschi. Tutti morti.

A gennaio 2020 con sentenza di primo grado è stato condannato all’ergastolo per concorso nella strage di Bologna anche l’ex terrorista dei NAR Gilberto Cavallini, che pure si dichiara estraneo ai fatti.

La sentenza è arrivata dopo quarat’anni dalla strage, due anni di dibattimento in aula e sei ore e mezza di camera di consiglio.