Luigi XVI era salito al trono inaspettatamente, a causa della prematura morte del padre e del fratello maggiore, che lo precedevano nella linea di successione, nel 1770. La sua personalità non si confaceva molto al ruolo di monarca, poiché era riservato e poco risoluto, né era particolarmente amato dai suoi sudditi, anche a causa dei noti problemi coniugali con la regina, Maria Antonietta, motivo di cruccio – e di scherno – per il popolo. Eppure, il suo nome appartiene alla storia, poiché durante il suo regno si dispiegò il potere sovversivo della Rivoluzione, che depose, arrestò, e infine decapitò il re e la regina, ponendo quindi fine alla sfavillante tracotanza dell’Ancien Régime.
A Versailles non si comprese subito la minaccia posta dai rivoluzionari. Il 14 luglio 1789, giorno della presa della Bastiglia, il re annotò sul suo diario personale: “oggi nulla di nuovo”. Due anni più tardi, nell’ottobre del 1791, veniva proclamato re dei Francesi. Il 10 agosto 1792, l’Assemblea Costituente sospese Luigi XVI da ogni funzione. Il 13 agosto questi venne arrestato assieme alla sua famiglia e condotto nella Torre del Tempio. All’esito del processo che lo giudicò colpevole di cospirazione contro la libertà, la maggioranza della Convenzione Nazionale decise che la morte immediata del re sarebbe stata la sua punizione. Il 21 gennaio 1793 Luigi XVI veniva ghigliottinato nella Piazza della Rivoluzione.