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“Chi era Graziano?”, si chiede John T. Noonan Jr. in apertura del suo saggio sulla biografia del “Padre del diritto canonico”. Malgrado la centralità di Graziano nella storia del pensiero e dell’esperienza giuridica, la sua vita è per lo più avvolta dal mistero. Nacque probabilmente a Ficulle, o a Chiusi, alla fine del XI secolo, e morì il 10 agosto, come attesta un’annotazione in un necrologio del XXII secolo conservato nella Biblioteca comunale di Siena, di un anno imprecisato – probabilmente il 1159.

Il suo nome è legato alla Concordia discordantium canonum, anche detta, infatti, Decretum Gratiani, a cui si riconduce la nascita del diritto canonico. “Abbiamo ragione di credere che Graziano compose e commentò una porzione considerevole della Concordia. In tale collezione e in tale commento egli si rivelò essere un maestro con conoscenze e interessi teologici e con un punto di vista da giurista.” (Noonan)

Molte delle altre informazioni che sono state tramandate sul suo conto appartengono alla sfera della leggenda. Gli storici del XX secolo però concordano sul fatto che Graziano fu un monaco Camaldolese e che fu maestro a Bologna, probabilmente nel monastero dei Santi Felice e Naborre.

Nella Concordia Graziano operò la raccolta, l’ordinamento e l’armonizzazione di tutte leggi ecclesiastiche, desunte dalla Scrittura, dai Padri della Chiesa e dalle risoluzioni conciliari. Non fu mai ufficialmente approvata dal Vaticano come codice ufficiale ecclesiastico, ma veniva nondimeno usato come testo di riferimento nei tribunali, ed è considerata ancora oggi una opera di grande valore storico e scientifico.

La sua fama valse a Graziano la menzione da parte di Dante, che nel decimo canto del Paradiso gli si riferisce come a colui che l’uno e l’altro foro aiutò, alludendo probabilmente alla legge civile e a quella ecclesiastica.

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