Nacque a Nuoro Gian Pietro Chironi, e lì studiò fino agli anni ’70 dell’800, quando si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza di Cagliari.
Nella stessa città divenne professore di diritto romano e di diritto civile nel 1879, per poi vincere la cattedra nel 1881 ed essere chiamato a Siena per insegnare diritto civile.
In Toscana rimase però solo quattro anni, per poi trasferirsi al nord, a Torino, dove sarebbe rimasto fino alla morte.
Lungo la propria carriera accademica, Chironi concentrò gli studi e le energie in particolare sul diritto civile, intorno al quale aveva l’intenzione di costruire un sistema dogmatico, preciso e coerente, senza però tralasciare gli aspetti più pratici della disciplina e la sua applicazione concreta.
Così disse in “Il diritto civile nella sua ultima evoluzione”, prolusione al corso di diritto civile del 1882.
Il fine della legge alla luce della sua storia e del contesto in cui essa era nata e divenuta finalmente realtà viva, era insomma ciò che avrebbe dovuto ispirare il giurista secondo Chironi.
In “La colpa nel diritto civile odierno, I, colpa contrattuale”, tuttavia, emerse forte la prima delle due spinte che in lui convivevano, e cioè quella di costruire nel diritto un sistema dogmatico e forte, per “cercare nel codice civile il diritto civile, raggrupparne le massime a seconda dei vari istituti giuridici, cui sono relative, porre i concetti e intorno a questi costruire la teoria”.
Sempre sulla scia del principio per cui si doveva cercare e studiare il diritto in quanto tale, Chironi nelle sue “Istituzioni di diritto civile italiano” diede vita a un manuale per studenti che, seguendo lo schema della Pandettistica, era diviso in due parti. Una parte generale sulle fonti e i concetti di legge e diritto e una seconda parte, speciale, su diritti reali, obbligatori, famiglia e successioni.
Quel manuale, apparentemente agli occhi di uno studente di oggi classico e tradizionale, fu il primo esempio di testo istituzionale a carattere sistematico, seguito negli anni a venire dalla prevalente dottrina italiana.
A Torino Chironi morì, il 1 ottobre 1918.